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Lunedì 22 Aprile 2024

Azienda-Italia, primo trimestre in chiaroscuro: 107mila nuove iscrizioni e 118mila cessazioni attestano il saldo a -11mila imprese

Roma, 22 aprile 2024 – Continua, dopo la frattura pandemica, il percorso di recupero della normalità all’anagrafe delle imprese italiane. Tra gennaio e marzo il bilancio tra aperture e chiusure di attività economiche si è attestato a -10.951 unità, un valore più elevato rispetto allo stesso trimestre degli ultimi tre anni ma ancora ben al di sotto della media dell’ultimo decennio (-14mila imprese). Il saldo del trimestre riflette, da un lato, l’accelerazione delle cancellazioni (117.832 pari al 7,9% in più rispetto allo stesso periodo del 2023) e, dall’altro, una moderata crescita delle iscrizioni (106.881, il 5% in più dell’anno precedente). Nel complesso, entrambi i flussi di aperture e chiusure di imprese restano comunque ancora al di sotto della media del periodo pre-pandemia.

Nel valutare i dati del primo trimestre dell'anno è importante considerare che, storicamente, questo periodo registra di frequente saldi negativi, principalmente a causa del concentrarsi alla fine dell'anno di un elevato numero di cessazioni di attività. Un fenomeno di natura tecnico-amministrativa che estende i propri effetti sugli archivi camerali anche nelle prime settimane del nuovo anno, influenzando il dato del primo trimestre.

Il bilancio di avvio dell'anno ha avuto maggiori ripercussioni soprattutto sulle imprese individuali, che hanno registrato una diminuzione di 15.755 unità rispetto alla fine di dicembre (-0,52%). La diminuzione delle società di persone è stata meno significativa in termini assoluti, con una riduzione di 6.352 unità ma superiore in termini relativi a quella delle imprese individuali (-0,74%). Nota positiva, seppur attenuata rispetto all'anno precedente, dalle società di capitali che hanno registrato una crescita di 12.112 unità nei primi tre mesi dell'anno (+0,65%).

Durante il primo trimestre 2024, diversi settori hanno manifestato una crescita significativa, mentre altri hanno fatto segnare una riduzione del loro perimetro. Le attività professionali, scientifiche e tecniche (+2.699 imprese, +1,09% la variazione percentuale rispetto a dicembre 2023), insieme a quelle finanziarie (+694, +0,51%) e al noleggio e servizi di supporto alle imprese (+935 imprese, +0,43%), si sono distinte per un aumento della compagine imprenditoriale. 

Sul versante opposto, le riduzioni più apprezzabili nel numero di attività hanno riguardato il commercio (-9.998, pari a una variazione percentuale negativa dello 0,71%), l'agricoltura (-6.010 imprese e -0,85%) e la manifattura (-3.123 imprese e -0,61%). Questo evidenzia sfide specifiche che tali settori stanno affrontando, forse dovute a cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, alle politiche agricole o, più in generale, all’impatto delle fluttuazioni economiche globali.

In termini territoriali, tutte e quattro le principali macro-ripartizioni hanno registrato saldi negativi, con il Centro che si segnala per l’arretramento più contenuto del trimestre (-0,11% contro la media di -0,18%) e il Sud e le Isole per la migliore tenuta rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: -0,16% quest’anno contro -0,15% dell’anno scorso. Tra le regioni, solo Lazio e Basilicata hanno registrato un saldo positivo, rispettivamente di 993 e 32 imprese. Al contrario, Piemonte (-1.934 unità) e Veneto (-1.518) hanno sperimentato le riduzioni più sensibili in termini assoluti.

Tutti i dati sono disponibili online all’indirizzo http://www.infocamere.it/movimprese e navigabili dalla dashboard interattiva.

Ultima modifica: Lunedì 22 Aprile 2024
Giovedì 15 Febbraio 2024

Lavoro: 408mila entrate previste dalle imprese italiane a febbraio

Positive le aspettative per commercio, turismo, servizi alle persone e costruzioni; in calo il manifatturiero. 201mila le assunzioni di difficile reperimento

 

Roma, 15 febbraio 2024 – Sono circa 408mila le assunzioni previste dalle imprese per il mese di febbraio e 1,3 milioni quelle per il trimestre febbraio-aprile, +22mila rispetto a febbraio 2023 (+5,7%) e +114mila con riferimento all’intero trimestre (+9,5%). Sale al 49,3% la difficoltà di reperimento (+3,1 punti percentuali rispetto a un anno fa). A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal[1].

A febbraio l’industria manifatturiera è alla ricerca di 82mila lavoratori e nel trimestre febbraio-aprile le assunzioni previste saranno 245mila segnalando una certa flessione rispetto allo scorso anno (-1,8% su mese e -0,4% sul trimestre). Continuano ad avere il segno positivo, invece, le costruzioni che programmano 50mila entrate nel mese (+3,5%) e 145mila nel trimestre (+6,2%). Ma sono soprattutto i servizi a determinare l’andamento positivo delle assunzioni per febbraio con circa 276mila nel mese (+8,6%) e 923mila nel trimestre (+13,1%). A creare maggiori opportunità di lavoro è il commercio con 60mila assunzioni programmate nel mese (+16,6%) e 189mila nel trimestre (+18,9%), seguito da turismo con 58mila entrate nel mese (+4,1%) e 246mila nel trimestre (17,4%) e dai servizi alle persone[2] con 49mila ingressi nel mese (+18,4%) e 150mila nel trimestre (+18,9%).

A febbraio sono difficili da reperire 201mila profili professionali pari al 49,3% del totale delle assunzioni programmate soprattutto a causa della mancanza di candidati (31,3%), seguita dalla preparazione inadeguata (14,4%) e da altri motivi (3,6%). A risentire maggiormente del mismatch sono le industrie del legno e del mobile (65,5% dei profili ricercati è di difficile reperimento), le imprese della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (62,0%), le industrie tessili, abbigliamento e calzature (61,2%), le imprese delle costruzioni (58,9%) e le imprese della meccatronica (57,3%). Dal Borsino delle professioni sono difficili da reperire sul mercato gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (70,7%), i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (70,5%), i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse e mobili (69,8%), i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (68,9%), i fabbri ferrai costruttori di utensili (68,1%), gli operatori della cura estetica (66,2%) e i tecnici in campo ingegneristico (66,1%).

Sono circa 82mila le assunzioni di personale immigrato previste (circa il 20% delle entrate) soprattutto nei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone, nei settori di trasporto, logistica e magazzinaggio e costruzioni, settori nei quali la quota riguarda un terzo dei fabbisogni.

I contratti proposti per febbraio sono in maggioranza a tempo determinato (il 51,9% del totale), mentre i contratti a tempo indeterminato sono previsti per 82mila assunzioni (20,1% del totale).

A livello territoriale, 128mila entrate sono previste nelle regioni del Nord ovest, seguite da Sud e isole (104mila), Nord est (93mila, area che manifesta la maggiore difficoltà di reperimento pari al 55,3%) e Centro (82mila).

Ultima modifica: Giovedì 15 Febbraio 2024
Martedì 13 Febbraio 2024

Sale a 121.077 il numero delle imprese salernitane nel 2023 (+0,47%)

I dati della dinamica delle imprese registrate presso la Camera di Commercio

In provincia di Salerno il bilancio imprenditoriale del 2023 si è chiuso con un saldo attivo di 572 unità, dato dalla differenza tra le 5.507 aperture e le 4.935 chiusure di attività, portando così la consistenza del sistema imprenditoriale salernitano a 121.077 imprese registrate al 31 dicembre. In percentuale, l’incremento annuale è stato dello 0,47%, leggermene inferiore a quanto registrato a fine 2022 (0,64%). 


Passando all’analisi per settori, i dati del 2023 registrano variazioni positive per le costruzioni (0,73%), per le attività turistiche (2,16%) e per i servizi, mentre risultano in calo il settore agricolo (-1,36%), le attività manifatturiere (-0,33%) e commerciali (-0,79%). 


Uno sguardo all'andamento per forme giuridiche, conferma il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale, con la crescita delle società di capitali della provincia: nell’ultimo anno sono aumentate di 1.323 unità, con un tasso di crescita del +3,46%.  In crescita, seppur modesta, anche le altre forme (+33; +0,56%).  Registra invece un risultato negativo l'andamento delle società di persone (-152; -1,15%) e delle imprese individuali (-632; -0,99%). 


Dalla distribuzione per macro settore delle imprese nate nel 2023 emerge il consueto prevalere delle iscrizioni nel commercio (28%). Seguono il settore servizi alle imprese (il 17% delle iscrizioni totali classificate), il turismo (13%) e le costruzioni (12%). 


Confrontando la distribuzione delle iscrizioni per settore di attività con il periodo pre-pandemia risultano dimezzate le nuove attività agricole (rappresentavano nel 2018 il 22% delle iscrizioni, mentre nel 2023 solo l’11%) e ridimensionate le attività commerciali (passate dal 30% del 2018 al 28% del 2023), a vantaggio soprattutto delle costruzioni (l’8% nel 2018 e il 12% del 2023) e dei servizi alle imprese, in considerevole crescita (2018=11% e 2023=17%). 

Questo, in sintesi, è quanto emerge dalle elaborazioni dei dati Infocamere effettuate dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Salerno.

Ulteriori dettagli, grafici e tabelle nel file allegato.
 

Ultima modifica: Giovedì 22 Febbraio 2024
Lunedì 24 Luglio 2023

Imprese in Italia: +28mila tra aprile e giugno (+0,5%)

Mezzogiorno in affanno rispetto al 2022

Più dinamiche le attività professionali, i servizi alle imprese e il turismo

Roma, 24 luglio 2023 – Il sistema delle imprese italiane continua a mostrare resilienza, insieme a qualche slancio di dinamismo. I dati del secondo trimestre 2023 evidenziano un saldo positivo tra aperture e chiusure di imprese, con un aumento complessivo di 28.286 nuove aziende nel periodo aprile-giugno. Il risultato, sebbene rappresenti un segnale incoraggiante, è uno tra i meno brillanti nell'arco degli ultimi dieci anni. Uno dei principali elementi che ha influenzato il quadro demografico delle imprese nel secondo trimestre dell’anno è stato il basso numero di iscrizioni (79.277), il secondo peggior risultato del decennio, superato solo da quello “pandemico” del 2020. Allo stesso tempo, le cessazioni hanno sfiorato le 51mila unità (50.991), valore che pur restando al di sotto della media del periodo pre-covid rappresenta il terzo aumento consecutivo nell’arco dell’ultimo triennio. 

E’ quanto emerge in sintesi dall’analisi trimestrale Movimprese relativa al periodo aprile-giugno 2023, condotta da Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio e disponibile all’indirizzo www.infocamere.it/Movimprese.

Il Bilancio Dei Territori

Nonostante il Sud registri il saldo maggiore in termini assoluti (9.006 imprese in più), è proprio il Mezzogiorno che subisce la flessione più marcata in termini di tasso di crescita, passando dal +0,55% di 12 mesi fa al +0,44% del trimestre da poco concluso. Il Nord-Ovest e il Centro sono le due aree geografiche che condividono il primato per l’incremento relativo più elevato (+0,5%). In tutte le regioni, il trimestre si è chiuso comunque con il segno positivo: dalla Lombardia (5.663 imprese in più all’appello), al Molise (+87). Tutte le circoscrizioni hanno comunque fatto registrare un tasso di crescita inferiore a quello misurato nel corrispondente trimestre dello scorso anno.

Il Bilancio Dei Settori

Se si eccettua l’industria estrattiva (settore numericamente limitato a sole 3.664 imprese), tutti i settori hanno messo a segno saldi positivi nel trimestre. Meglio degli altri, in termini assoluti, ha fatto il settore delle costruzioni, uno tra i più rilevanti per numero di realtà esistenti, con 6.025 imprese in più. A ruota, altri due comparti sugli scudi da qualche tempo, quello degli alberghi e ristoranti (+4.436 unità) e quello delle attività professionali, scientifiche e tecniche (3.753 imprese in più rispetto alla fine di marzo). Bene anche il commercio (+2.670) e i “servizi alle imprese” (come noleggio e agenzie di viaggio) con +2.507. In termini relativi, le performance migliori vengono dai settori legati ai servizi: +1,5% le attività professionali scientifiche e tecniche, +1,2% le attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese e +1% per le attività sportive, di intrattenimento e divertimento.

Ultima modifica: Lunedì 24 Luglio 2023
Venerdì 27 Gennaio 2023

48mila imprese in più nel 2022 (+0,8%) in Italia, 21mila nelle costruzioni

Rallenta la nascita di nuove imprese (-6%) e aumentano le chiusure (+7,5%) 

Sembra essersi assorbito, a distanza di due anni, lo shock impresso dalla #pandemia sulla natalità e mortalità delle #imprese. Dopo il brusco stop del 2020 (quando il saldo si fermò a solo + 19mila imprese) e il rimbalzo del 2021 (+87mila), con il 2022 il bilancio tra aperture e chiusure torna su valori medi degli ultimi 15 anni, attestandosi a 48mila attività in più tra gennaio e dicembre. A questo saldo corrisponde una crescita dello 0,8% che, al netto del +1,42% del 2021, rappresenta il dato migliore dell’ultimo decennio. Il contributo più rilevante al risultato annuale è venuto dal settore delle #costruzioni, cui si deve oltre il 40% del saldo nazionale.

Spostando l’attenzione dal saldo ai flussi che lo hanno determinato (aperture di #nuoveimprese e chiusure di imprese esistenti), il rientro delle “tensioni” sulla demografia d’impresa è avvenuto con un arretramento delle nascite (diminuite del 6% rispetto al 2021) e un’accentuazione delle cessazioni (+7,5%), con valori assoluti (313mila nuove aperture e 265mila chiusure) in entrambe i casi tra i più contenuti degli ultimi quindici anni.

Queste le principali evidenze sull’andamento della demografia delle imprese nel 2022 che emergono dai dati #Movimprese, elaborati da #Unioncamere e InfoCamere sulla base del #registroimprese delle #cameredicommercio.

“Dopo il rimbalzo, anche in termini di crescita imprenditoriale, registrato nel 2021, il saldo tra iscrizioni e cessazioni del 2022 è il miglior risultato in valori assoluti e in termini percentuali dal 2011” - sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. “Un terzo del saldo del 2022 si deve alle imprese del Mezzogiorno, aumentate di oltre 17mila unità soprattutto grazie alla spinta delle costruzioni (che proprio al Sud segnano il tasso di crescita più elevato, +2,61%), e alla ripresa del #turismo (+1,76% a fronte di un dato medio del +0,85%)”.

Ultima modifica: Venerdì 27 Gennaio 2023
Mercoledì 20 Luglio 2022

Imprese: in Italia 32mila in più tra aprile e giugno

Dopo due anni di Covid resta debole la dinamica delle nuove iscrizioni

mentre le cancellazioni si avviano lentamente verso una normalizzazione

+5.800 la crescita in Lombardia ma oltre un terzo del saldo (11.500) è al Centro-Sud

 

Roma, 20 luglio 2022 – Sembra avviarsi verso una normalizzazione il bilancio tra iscrizioni e cessazioni di imprese. Dopo il forte rimbalzo post-pandemia del 2021, nel secondo trimestre di quest’anno il saldo tra aperture e chiusure si è attestato a 32.406 imprese – non lontano dalla media dell’ultimo decennio - come risultato della differenza tra 82.603 iscrizioni (il secondo peggior risultato del decennio) e 50.197 cessazioni (in progressiva ripresa dopo la frenata del 2020 e la “ripresina” del 2021).

E’ quanto emerge in sintesi dall’analisi trimestrale Movimprese relativa al periodo aprile-giugno 2022, condotta da Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio e disponibile all’indirizzo www.infocamere.it/Movimprese.

 

Il Bilancio Dei Territori

Il Mezzogiorno mette a segno l’incremento assoluto e relativo più consistente del trimestre, con un saldo di 11.542 imprese in più, seguito da Nord-Ovest (+8.438), dal Centro (+6.582) e dal Nord-Est (+5.844).

A livello regionale è la Lombardia a registrare la maggior crescita di imprese (+5.802), seguita dal Lazio (+4.226) e dalla Campania (+2.825). In termini relativi, sono 8 le regioni che registrano un tasso di crescita trimestrale superiore alla media nazionale (+0,55%): Sardegna (+0,82%), Lazio (+0,69%), Puglia (+0,66%), Valle d’Aosta (+0,64%), Trentino Alto Adige (+0,63%), Lombardia (+0,61%), Emilia Romagna (+0,59%) e Sicilia (+0,58%).

 

Il Bilancio Dei Settori

Le Costruzioni mantengono un ritmo di crescita sostenuto anche in questo trimestre con 8.548 imprese in più e una variazione dell’1,02%. La ripresa del settore turistico a ridosso della pausa estiva è accompagnata da un saldo attivo delle imprese che operano nelle Attività di alloggio e ristorazione (+4.026 la variazione assoluta, +0,88% quella percentuale). Anche le Attività professionali, scientifiche e tecniche mettono a segno nel trimestre un incremento cospicuo di 3.712 unità, pari al +1,59% in termini percentuali. Quest’ultimo settore mostra la variazione percentuale più consistente, seguito dall’Istruzione (+1,24%) e dalle Attività artistiche sportive e di intrattenimento (+1,15%).

Ultima modifica: Mercoledì 20 Luglio 2022
Venerdì 4 Marzo 2022

Sono 1.832 le imprese in più nate nel 2021 in provincia di Salerno (furono 850 nel 2020)

Resta costante il numero delle nuove iscrizioni mentre rallentano le chiusure di attività.

In provincia di Salerno il bilancio del 2021 fra le imprese nate (6.070) e quelle che hanno cessato l’attività (4.238) si è chiuso con un saldo attivo di 1.832 unità, portando la consistenza del sistema imprenditoriale salernitano a fine dicembre a 121.067 imprese registrate.

In percentuale, l'incremento annuale è dell’1,53%, oltre il doppio di quanto registrato nel 2020 (+0,71%). 

Il saldo imprenditoriale del 2021 in provincia di Salerno risulta complessivamente più ampio di quanto registrato nell’anno precedente (il saldo 2020 fu di 850 imprese in più). Tale risultato è effetto sia dell’incremento nelle nuove imprese iscritte (oltre 6.000 iscrizioni nel 2021 a fronte di 5.786 nel 2020), ma soprattutto del rallentamento nelle chiusure di attività: quasi 700 cancellazioni in meno rispetto a quanto rilevato lo scorso anno.

Questo, in sintesi, è quanto emerge dalle elaborazioni dei dati Infocamere effettuate dall’Osservatorio Economico provinciale della Camera di Commercio di Salerno. 

Per saperne di più circa l'andamento per forma giuridica, i settori economici e i confronti con altre realtà territoriali, consulta lo studio allegato.

Ultima modifica: Giovedì 10 Marzo 2022
Mercoledì 4 Agosto 2021

Imprese: tra aprile e giugno 924 aperture in più in provincia di Salerno rispetto al 2020

La dinamica imprenditoriale del II trimestre del 2021

Nel periodo aprile-giugno 2021 in provincia di Salerno, il bilancio imprenditoriale si attesta su un saldo attivo di 924 unità, determinato dalla differenza tra le aperture di nuove imprese (1.772) e le cessazioni di attività (848), portando la consistenza del sistema imprenditoriale salernitano a fine giugno a 120.726 imprese registrate.

Tale risultato rappresenta un incremento trimestrale dello 0,77%, sostanzialmente in linea con quanto registrato a livello nazionale (Italia: 0,74%) e leggermente inferiore al risultato regionale (Campania: 0,88%).

La ripresa generale della natalità imprenditoriale, con valori che tornano vicini a quelli pre-pandemia, influenzata dal miglioramento del clima di fiducia delle imprese, trova conferma anche nel territorio provinciale, seppur in una misura meno intensa.

Le aperture di nuove imprese in provincia nel II trimestre, che come già detto sono pari a 1.772 unità, risultano infatti 375 in più rispetto al 2020 (quando le iscrizioni sono state 1.397) e si avvicinano alla media del triennio 2017-2019 prima dell’emergenza sanitaria (il valore è di 2.200 nuove attività avviate in ogni secondo trimestre dell’anno).

Sul fronte delle chiusure di attività il secondo trimestre 2021, al pari di quanto rilevato a livello nazionale, appare invece nettamente sotto la media degli ultimi anni, probabile effetto delle misure di sostegno attualmente in atto che determinano un rallentamento nell’assumere la definitiva e formale decisione di cessare l’impresa.

Quasi una metà del saldo trimestrale è determinato dalle imprese costituite in forma di società di capitali (+434 unità, corrispondenti ad un tasso di crescita nel periodo dell’1,2%), mentre la restante metà è da attribuire alle imprese individuali, aumentate di 485 (+0,75%).

Va segnalato come il secondo trimestre dell’anno registri variazioni positive in tutti i principali settori di attività, con un andamento migliore di quello dello stesso trimestre dell’anno 2019 per i tre settori più consistenti (agricoltura, costruzioni e commercio).

Questo, in sintesi, è quanto emerge dalle elaborazioni dei dati Infocamere effettuate dall’Osservatorio Economico provinciale della Camera di Commercio di Salerno. Grafici e tabelle statistiche sono disponibili nel report allegato.

Ultima modifica: Mercoledì 8 Settembre 2021
Venerdì 23 Aprile 2021

La pandemia frena la natalità delle imprese italiane: dal primo lockdown aperte 63mila aziende in meno

Resta sui pedali anche nel primo trimestre dell’anno il tessuto imprenditoriale italiano. I dati della fine del mese scorso, a un anno dall’inizio della pandemia, portano a 63mila la stima sulla mancata nascita di imprese da marzo 2020. Le incertezze dello scenario economico, tra attese sull’evoluzione della pandemia e prospettive di rilancio legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), influiscono anche sulle cancellazioni, in rallentamento. E’ quanto emerge della fotografia scattata da Unioncamere – InfoCamere sui dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel I trimestre 2021.

Le iscrizioni tra gennaio e marzo sono state pari a 103.597. Nonostante un timido segnale di rimbalzo, che fa i conti con un primo trimestre 2020 fortemente condizionato dall’avvio della stagione pandemica (con il fermo di ogni attività per l’intero mese di marzo), il bilancio delle iscrizioni che si riscontra confrontando i tredici mesi da inizio marzo 2020 a fine marzo 2021 con il corrispondente periodo collocato al di fuori della pandemia (a cavallo tra il 2018 e il 2019) fa segnare un volume di iscrizioni di nuove imprese stimabile in circa 63mila unità in meno.

Ultima modifica: Venerdì 23 Aprile 2021
Martedì 19 Gennaio 2021

Sale a 120.125 il numero delle imprese salernitane nel 2020 (+0,71%)

I dati della dinamica delle imprese registrate presso la Camera di Commercio

Si chiude con un saldo attivo di 850 unità il bilancio del 2020 fra le imprese nate (5.786) e quelle che hanno cessato l’attività (4.936) in provincia di Salerno, portando la consistenza del sistema imprenditoriale a fine dicembre a un totale di 120.125 imprese registrate.

In percentuale, l’incremento annuale è dello 0,71%: oltre il doppio di quanto registrato nel 2019 (+0,34%).

Tutte le province campane si mantengono in territorio positivo, determinando una variazione annuale del sistema imprenditoriale regionale pari a +1,09% (il tasso di crescita italiano del 2020 è dello 0,32%).

Da rilevare che l’andamento demografico imprenditoriale dello scorso anno ha risentito della diffusa incertezza creata dalla pandemia: probabilmente il principale fattore che ha determinato una contrazione sia nelle nuove imprese iscritte (le 5.786 nuove imprese sono il peggior dato degli ultimi dieci anni) che nelle chiusure di attività.

Circa le cessazioni, si segnala che normalmente le cancellazioni di attività dal registro delle imprese si concentrano nei primi tre mesi dell’anno, ed è in questo periodo che si attendono le maggiori ripercussioni della crisi dovuta alla pandemia. Al totale cessazioni segnalate (4.936) vanno aggiunte quelle che l’Ente camerale dispone in via amministrativa, definite d’ufficio: per il 2020 si tratta di ulteriori 729 cancellazioni.

Circa i comparti economici, i dati del 2020 registrano variazioni positive in tutti i settori di attività ad eccezione del settore agricolo, in calo dello 0,56%, e delle attività manifatturiere (-0,09%).

Prosegue il trend in salita delle società di capitali nella provincia salernitana: nell’ultimo anno sono aumentate di 1.276 unità, con un tasso di crescita del +3,77%. In crescita, seppur modesta, anche le altre forme (+50; +0,85%). Registrano invece un risultato negativo le società di persone (-275; -1,95%) e le imprese individuali (-201; -0,3%).

Circa le nuove iscrizioni, dalla distribuzione per macro settore delle imprese nate nel 2020, emerge il consueto prevalere delle iscrizioni nel commercio (33%). Seguono il settore delle costruzioni e dei servizi alle imprese (entrambi con il 14% delle iscrizioni totali classificate).

Questo, in sintesi, è quanto emerge dalle elaborazioni dei dati Infocamere effettuate dall’Osservatorio Economico provinciale della Camera di Commercio di Salerno.

 

Nel file allegato l'approfondimento, completo di grafici e tabelle statistiche.

Ultima modifica: Martedì 2 Febbraio 2021