Informazione economica

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Mercoledì 9 Febbraio 2022

Intervista ad Andrea Prete su Ottochannel TV

Il presidente di Unioncamere e della Camera di Commercio di Salerno Andrea Prete intervistato dal direttore di OttoChannel TV. Molti i temi trattati: la ripresa economica, la sburocratizzazione, la transizione ecologica e le prospettive occupazionali dei giovani ma anche i piani di sviluppo del sistema aeroportuale della Campania e le misure della Regione a sostegno di imprese, professionisti e distretti per il commercio.

 

Qui puoi seguire l'intervista https://www.ottochannel.tv/ondemand/11/4017/sviluppo-il-presidente-prete-nuove-sfide-per-le-imprese.shtml?fbclid=IwAR19DD4mOwSoRIHpWT0ihlXduJXG2JokJkMSDEsydFzZa5oOQgV2CB5JA8I

Ultima modifica: Martedì 15 Febbraio 2022
Lunedì 7 Febbraio 2022

Energia e gas: spesa in forte aumento per le imprese nel I trimestre 2022

 

Roma, 7 febbraio 2022 – In aumento del +42% la spesa per le micro e piccole imprese su energia elettrica e gas naturalenel primo trimestre 2022, rispetto allo scorso trimestre. A rivelarlo è il monitoraggio periodico dei costi dei servizi pubblici locali sostenuti dalle imprese operato da Unioncamere e BMTI con il supporto di REF Ricerche. I forti rialzi, che alcuni profili tipo in regime di tutela dovranno sostenere (ad esempio negozio di ortofrutta, bar, parrucchiere), dipendono dall’ incremento dei costi della componente vendita, complice l’aumento delle quotazioni della materia prima.

L’incremento del costo a carico delle imprese si inserisce in un percorso di forte recupero iniziato alla fine della primavera dello scorso anno e che aveva già visto adeguamenti importanti, con variazioni a due cifre, anche nel terzo e quarto trimestre del 2021. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, la spesa per la fornitura di energia elettrica nei primi tre mesi del 2022 risulta cresciuta in media del +70% mentre le forniture di gas naturale sono aumentate del +105%. 

La spesa unitaria media si assesterà dunque sui 476 euro al MWh per l’energia elettrica e 1,36 euro al mc per il gas naturale nel primo trimestre 2022. Nello specifico, tra i differenti profili tipo di impresa analizzati, per quanto riguarda l’energia elettrica gli aumenti oscillano tra il +48% per l’ortofrutta e il +93% per il negozio di beni non alimentari rispetto al I trimestre 2021, mentre per la spesa di gas naturale gli aumenti vanno dal +101% per l’ortofrutta al +109% per il ristorante.        

A pesare sugli aumenti, in particolare, è il forte rincaro delle quotazioni internazionali del gas naturale, a causa degli squilibri nel mercato tra l’aumento della domanda mondiale di gas e le rigidità dell'offerta. Seppur in calo rispetto ai picchi di dicembre, le quotazioni del gas naturale al TTF, il mercato olandese di riferimento per l’Europa, si sono attestate a fine gennaio sugli 85 €/Mwh, di fatto quadruplicate rispetto ad un anno fa.

Va ricordato che, con riferimento all’energia elettrica, nel primo trimestre, l'Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) ha confermato per le micro e piccole imprese in bassa tensione (sotto i 16,5 kw di potenza) l’annullamento, già previsto nello scorso trimestre, delle  componenti degli oneri generali a sostegno di energie rinnovabili e cogenerazione e di incentivazione della produzione ascrivibile a rifiuti non biodegradabili, messa in sicurezza del nucleare e misure di compensazione territoriale, al fine di mitigare l’aumento pronunciato della bolletta per le piccole imprese in bassa tensione, mentre per il gas naturale è stato confermato il ridimensionamento degli oneri generali e l’IVA ridotta al 5%, a seguito degli stanziamenti governativi in attuazione della Legge di Bilancio 2022.

Ultima modifica: Lunedì 7 Febbraio 2022
Mercoledì 2 Febbraio 2022

Lavoro: in Italia nel 2021, 6 imprese su 10 hanno programmato assunzioni 

Ma il match domanda-offerta di lavoro è sempre più difficile

Trasformazione digitale e costruzioni hanno trainato la ripresa occupazionale

Roma, 31 gennaio 2022 – Nel 2021, 6 imprese su 10 dell’industria e dei servizi hanno programmato assunzioni (a fronte del 58,8% del 2019); 4,6 milioni le entrate previste (+0,5% rispetto a prima della pandemia); crescono in tutti i settori e sono sempre di più difficile reperimento le ricerche di personale specializzato, mentre diminuiscono le richieste per le professioni impiegatizie e la domanda di diplomati e qualificati; la difficoltà di reperimento è in aumento per quasi tutti i profili professionali. E’ lo scenario delineato dal Bollettino annuale 2021 del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal[1], che mostra chiaramente come i driver principali delle trasformazioni in atto siano le competenze digitali (il 71% delle imprese ha investito in trasformazione digitale nel 2021) e la transizione verso un’economia più sostenibile (il 53% investe in competenze green). 

La ripresa dell’economia – commenta il Presidente di UnioncamereAndrea Prete - porta con se’ una ripresa anche per l’occupazione. Ma permane il gap tra domanda e offerta di lavoro che ha diverse ragioni. Per i profili più qualificati c’è indubbiamente una carenza numerica ed è fondamentale per questo lavorare sull’orientamento all’interno dei percorsi scolastici. Per i profili meno qualificati, invece, un tema chiave è quello dell’esperienza e occorre insistere sulla utilità per i giovani di avere, già dalla scuola, un primo contatto con il mondo del lavoro e di sperimentare sul campo le proprie inclinazioni e abilità”.

Ultima modifica: Venerdì 11 Febbraio 2022
Martedì 1 Febbraio 2022

Progetto Excelsior: avvio attività indagine marzo/maggio 2022 - Scad. 14/2

Unioncamere, in collaborazione con l’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) sta realizzando, insieme alla Camera di Commercio di Salerno, il progetto Excelsior, già sviluppato con successo negli anni passati e che prosegue per l'anno 2022, con l'indagine finalizzata a rilevare i fabbisogni occupazionali e professionali delle imprese.

Nell’ambito di questo progetto, stiamo effettuando l’aggiornamento sulle previsioni di assunzione relative al trimestre marzo/maggio 2022 attraverso un questionario indirizzato ad un campione di imprese con dipendenti, distribuiti su tutto il territorio nazionale e selezionati casualmente dagli archivi delle Camere di Commercio.

Lunedì 31 gennaio 2022 è stata avviata la spedizione alle imprese selezionate, sulla propria casella PEC, della comunicazione contenente il link per la compilazione del questionario on line.

La rilevazione in oggetto fa parte delle indagini con obbligo di risposta previste dal Programma Statistico Nazionale e la scadenza per la compilazione è stata prorogata al 14 febbraio 2022.  

Qui trovi maggiori info sul progetto Excelsior e i risultati delle indagini pregresse https://www.sa.camcom.it/informazione-economica

Ultima modifica: Martedì 15 Febbraio 2022
Martedì 25 Gennaio 2022

La richiesta di competenze green e titoli di studio

La domanda di competenze legate alla ecosostenibilità risulta maggiore per le entrate per le quali si ricercano livelli di istruzione più elevati.

Le competenze green vengono richieste all’84% dei laureati (+0,9 punti percentuali rispetto al 2019), all’83,5% di chi è in possesso di un diploma di istruzione tecnica superiore, mentre la quota per chi non si ritiene necessaria alcuna formazione specifica oltre la scuola dell’obbligo è scesa al 78,2% nel 2020 (-1 p.p.).

Anche per chi detiene una qualifica e/o un diploma professionale o un titolo di studio di livello secondario l’attitudine al risparmio energetico e sensibilità ambientale è un requisito importante per svolgere l’attività in azienda, richiesto rispettivamente al 78,6% e al 78,4% delle entrate del livello di istruzione.

Focalizzando l’attenzione sul grado di importanza elevato della green skill, si osserva per l’istruzione tecnica superiore l’incidenza più alta della domanda di personale con questa preparazione, pari al 45,7% dei contratti attivati a cui è richiesto l’ITS.

Qui trovi il rapporto completo https://www.sa.camcom.it/sites/default/files/contenuto_redazione/notizie/file/post_4_le_competenze_green_e_titoli_di_studio.doc

Ultima modifica: Martedì 8 Febbraio 2022
Martedì 25 Gennaio 2022

Imprese: 332mila nuove iscrizioni in Italia nel 2021

Ma non siamo ancora ai valori pre-pandemia

Roma, 21 gennaio 2022 – Il miglioramento delle prospettive dell’economia viene confermato dai dati sulla creazione di nuove imprese ma non siamo ancora tornati ai valori precedenti alla pandemia. E’ quanto emerge dal Registro delle Imprese delle Camere di commercio, l’anagrafe ufficiale delle imprese italiane. Secondo Movimprese - l’analisi statistica realizzata da Unioncamere e InfoCamere - il 2021 si è chiuso con un ritrovato slancio delle attività imprenditoriali che, tra gennaio e dicembre, hanno fatto registrare 332.596 nuove iscrizioni (il 14% in più rispetto all’anno precedente). 

Dopo la frenata imposta nel 2020 dal lockdown e dalla fase acuta dell’emergenza Covid, il rimbalzo della natalità non ha però coinciso con un pieno recupero del dato pre-pandemia, mantenendo un gap di circa 20mila aperture in meno rispetto al 2019 e di circa 50mila in meno rispetto alla media del decennio ante-Covid.

“I risultati dell’analisi – sottolinea il presidente di UnioncamereAndrea Prete - mostrano che l’andamento delle iscrizioni è certamente correlato alle prospettive dell’economia ma anche determinato da andamenti settoriali diversificati e dalle politiche di aiuti pubblici. Appare poi incoraggiante il significativo contributo dato dalle regioni del Mezzogiorno alla crescita del tessuto produttivo”.

Alla ripresa delle iscrizioni non ha fatto eco il ritorno a un fisiologico flusso di cancellazioni dai registri camerali. Come rilevato da Movimprese fin dall’inizio della pandemia, anche nel 2021 le sospensioni o le restrizioni all’esercizio di diverse tipologie di attività economiche determinano un effetto “surplace” nelle chiusure di aziende. Le 246mila cessazioni di attività rilevate tra gennaio e dicembre dello scorso anno costituiscono il valore più basso degli ultimi quindici anni, persino più contenuto di quello già record registrato nel 2020.

Il saldo annuale è quindi positivo e pari a +86.587 unità, ancora influenzato dagli effetti della congiuntura sanitaria. In particolare, la perdurante tendenza alla contrazione del flusso delle cancellazioni suggerisce molta cautela nella valutazione degli scenari di medio termine dell’evoluzione della struttura imprenditoriale del Paese. 

Il Mezzogiorno è l’area del Paese che registra nel 2021 il maggior numero di iscrizioni: quasi 109mila le nuove imprese nate lo scorso anno, a fronte di circa 72mila cessazioni. Il risultato mostra un saldo positivo di poco meno di 37mila unità, che per un terzo si deve al risultato della Campania (+12.732). Il Nord Ovest segna un incremento dello stock di imprese di oltre 20mila unità, grazie a 91mila iscrizioni e 70mila cancellazioni. A spiccare in quest’area è la Lombardia con 14mila imprese in più in un anno. A seguire il Centro, con un saldo complessivo di poco meno di 20mila imprese dovuto a 72mila iscrizioni e 52mila cessazioni. Il Lazio traina la cresciuta di imprese tra le regioni centrali, con 14mila imprese in più. Il Nord Est, infine, registra il minor incremento dello stock di imprese (oltre 9mila unità), differenza tra 60mila iscrizioni e 51mila cessazioni. Veneto ed Emilia Romagna le regioni con i saldi più elevati.

Ultima modifica: Martedì 25 Gennaio 2022
Giovedì 13 Gennaio 2022

Le imprese che investono in tecnologie green

La quota di imprese che investono in prodotti e tecnologie green resta stabile al 21,4%, nonostante il periodo di crisi nel 2020 e corrisponde a oltre 296mila aziende. Tale sostanziale stabilità può essere letta come un segnale del ruolo di acceleratore della ripresa che le imprese riconoscono alle tecnologie green, anche in un periodo di forte crisi e di contrazione degli ingressi programmati.

Sono 900mila i contratti attivati dalle imprese che hanno dichiarato di avere fatto eco-investimenti nel 2020, corrispondenti ad una quota del 28%, in calo rispetto agli anni precedenti, che va però contestualizzato nella contrazione generalizzata del numero delle entrate a causa della crisi pandemica.

Considerando la quota di imprese che investono in prodotti e tecnologie green suddivise per settore economico di appartenenza, è interessante notare come siano le imprese dei servizi a dare maggiore impulso all’aumento del numero di imprese ecoinvestitrici. Infatti, la loro quota aumenta di 0,7 punti rispetto al 2019, mentre la quota di imprese ecoinvestitrici nel settore industriale cala di 1,3 punti percentuali.

In particolare, tra i comparti del settore industriale con più elevata quota di imprese ecoinvestitrici si segnalano le public utilities (39,3%, in aumento di 4,6 p.p. rispetto al 2019), le industrie chimiche, farmaceutiche e petrolifere (35,8%), le industrie della gomma e delle materie plastiche (32,1%). Seguono, con valori inferiori, la meccanica (26,2%, in +1,5 p.p.) e le industrie elettriche, elettroniche, ottiche e medicali (25,9%, +3,4 p.p.), entrambi nuovi ingressi in questa classifica.

Per quanto riguarda la quota di contratti attivati da queste imprese, risulta il valore più elevato per le public utilities, per cui il 46,5% delle entrate del settore nel 2020 è programmato dalle imprese che investono in tecnologie green.

Per i servizi trasporto, logistica e magazzinaggio rimangono il comparto a maggior propensione di investimenti in prodotti e tecnologie green per il 2020, con una quota del 26,5%, pur registrando una diminuzione di 2,4 punti percentuali rispetto al 2019. Seguono i servizi di alloggio, ristorazione e turistici (24,8%, +3,6 p.p.), servizi finanziari e assicurativi (24,3%, +5,2 p.p.), servizi informatici e delle telecomunicazioni (22,3%, +5,2 p.p.) e il commercio al dettaglio (20,5%, +2,5 p.p.).

Leggi il rapporto completo allegato

Ultima modifica: Martedì 25 Gennaio 2022
Mercoledì 12 Gennaio 2022

Partita lunedì 10 la prima indagine mensile Excelsior del 2022 per analizzare i fabbisogni professionali previsti nel periodo febbraio-aprile

L'indagine periodica, condotta da Unioncamere in accordo con l’ Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro (ANPAL) è realizzata insieme alle Camere di commercio dei diversi territori. Obiettivo: monitorare le prospettive dell’occupazione nelle imprese e la relativa richiesta di profili professionali. Le previsioni di assunzione per il trimestre febbraio 2022 - aprile 2022 vengono rilevate attraverso un questionario indirizzato ad un campione di imprese con dipendenti (o di nuova iscrizione), distribuite su tutto il territorio nazionale e selezionate casualmente dagli archivi delle Camere di commercio.

Qui maggiori info https://bit.ly/3zJ8GkN

Ultima modifica: Mercoledì 12 Gennaio 2022
Lunedì 10 Gennaio 2022

Previsioni occupazionali in provincia di Salerno nel mese di gennaio 2022

In provincia di Salerno nel mese di gennaio sono programmate circa 5.780 entrate di cui circa 1.445 giovani; nella regione Campania 29.100, nell’area del Sud ed Isole saranno 97.000 e in Italia complessivamente 458.000.  Le entrate previste in provincia nel periodo gennaio - marzo 2022 sono di circa 17.370 unità ed il trend è positivo: in aumento rispetto al trimestre gennaio /marzo 2021 (+3.510 unità); positivo anche il confronto rispetto a gennaio 2021 (+1.550 unità). La domanda di lavoro è trainata, come a livello nazionale, prevalentemente dai contratti a termine 69% del totale e, inoltre, le imprese segnalano un aumento della difficoltà del reperimento dei profili desiderati passata da 32 casi su 100 nel gennaio 2021 (valore già in crescita rispetto ai 26 casi su 100 nel gennaio 2020) a 36 casi su 100 in questo inizio 2022.

Nel complesso nel mese di gennaio:
- le entrate previste si concentreranno per il 66% nel settore dei servizi e per il 73% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;
- nel 31% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 69% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita);
- il 22% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (26%);
- in 36 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati;
- per una quota pari al 25% interesseranno giovani con meno di 30 anni;
- il 17% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato;
- le tre figure professionali più richieste concentreranno il 29% delle entrate complessive previste. 

E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere e ANPAL, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi.

Per saperne di più consulta il bollettino e le tavole statistiche 

Ultima modifica: Giovedì 27 Gennaio 2022
Martedì 4 Gennaio 2022

Lavoro: le imprese prevedono 458mila entrate in Italia a gennaio

Prosegue la ripresa per l’industria, frena il turismo, cresce il mismatch e la domanda di lavoratori immigrati

Roma, 4 gennaio 2022 – Sono poco meno di 458mila i contratti programmati dalle imprese nel mese di gennaio e saliranno a circa 1,2 milioni nel trimestre gennaio-marzo. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, si registra un incremento delle entrate previste (+112mila su gennaio 2021 e +265mila in confronto al trimestre gennaio-marzo 2021). Positivo anche il confronto rispetto a dicembre 2021, con 104mila contratti in più (+29,4%), per tutti i settori economici tranne che per il turismo dove pesano le crescenti incertezze legate all’andamento dell’epidemia nelle ultime settimane. A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.
 

Ultima modifica: Martedì 4 Gennaio 2022