sdfsdfsd
Giovedì 23 Gennaio 2025
Vai al Contenuto Raggiungi il piè di pagina
sdfsdfsd
Crescono servizi professionali e turismo, fermi commercio e manifattura, artigiani in difficoltà
L'estate 2024 ha portato segnali di fiducia per il sistema imprenditoriale italiano, ma non mancano le ombre. Da un lato, i settori dei servizi professionali e del turismo mostrano una dinamica significativa, dall'altro, commercio e manifattura restano al palo come l’artigianato, in cui cresce la componente delle costruzioni ma arretra quella maninfatturiera. Tra luglio e settembre il Registro delle imprese delle Camere di commercio – sulla base di Movimprese, l’analisi trimestrale condotta da Unioncamere e InfoCamere – ha registrato complessivamente un saldo attivo di 15.227 attività economiche, frutto di 62.599 nuove iscrizioni e 47.372 cessazioni Il contributo dell’artigianato al saldo generale è stato di 1.153 unità come differenza tra 16.459 nuove imprese artigiane nel trimestre e 15.306 che, nello stesso periodo, hanno cessato di operare. Tutti i dati sono disponibili all’indirizzo https://www.infocamere.it/movimprese.
È disponibile il nuovo numero di “Unioncamere Economia & Imprese”, il magazine digitale con articoli e contenuti sulle attività di Unioncamere e delle Camere di commercio.
L'editoriale é dedicato al tavolo su "Le prioritá italiane di politica industriale nel nuovo mandato delle istituzioni europee", convocato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy e a cui ha partecipato il vicepresidente vicario di Unioncamere Antonio Paoletti. Focus prioritario: come riacquisire competitività a livello internazionale verso USA, CIna e verso altre aree.
A seguire, l’articolo dedicato alle iniziative del sistema camerale per la valorizzazione della proprietà industriale: negli ultimi 15 anni Unioncamere ha gestito 104 milioni di euro per le agevolazioni per i marchi e i disegni delle PMI, nell'ambito della collaborazione con l'Ufficio italiano Brevetti e Marchi per le misure agevolative Marchi+, Disegni+, Marchi storici e Marchi collettivi.
Si parla poi del Big Science Business Forum, svoltosi a Trieste dall'1 al 4 ottobre, un'importante occasione di incontro tra scienza, imprese e istituzioni. Obiettivo: ampliare le prospettive future per la creazione di un mercato europeo della Big Science che vale circa 10 miliardi di euro ogni anno.
Altri temi trattati sono le recenti nomine dell'Assemblea dei presidenti delle Camere di commercio che, con l'elezione di un nuovo vicepresidente e di 11 componenti del Comitato esecutivo, ha completato la squadra di governo di Unioncamere. E poi ancora: i dati e le analisi dell’ultima edizione del rapporto Io sono cultura, realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro Studi Tagliacarne e Deloitte; i risultati della ricerca sul fenomeno delle società benefit, effettuata da un gruppo eterogeneo di partner accademici, del mondo delle imprese, delle associazioni e delle istituzioni, tra cui Infocamere e la Camera di commercio di Brindisi-Taranto; l'intervista a Marco Accornero, presidente della Consulta del territorio milanese della CdC di Milano Monza e Brianza Lodi e segretario generale di Unione artigiani dedicata alle sfide dell'intelligenza artificiale.
E molto altro ancora… Buona lettura!
Il magazine è disponibile in allegato e nella pagina dedicata del sito Unioncamere, dove é possibile sfogliare anche i numeri precedenti.
Unioncamere Economia&Imprese n.9/2024 (versione sfogliabile) (versione scaricabile)
Ieri, 2 ottobre 2024, presso la Sala Conferenze del #bitus, in corso di svolgimento a Salerno in Piazza della Libertà, si è tenuto l’evento “Il turismo a scuola di ospitalità - un primo bilancio dell’estate 2024, i nuovi trend, le strutture a confronto con la scuola”.
Dopo l’introduzione di Raffaele Esposito, Consigliere camerale e Coordinatore del Gruppo Lavoro Turismo Camera di Commercio Salerno, sono intervenute da remoto Alessandra Arcese e Adriana Mari di Isnart - Istituto Nazionale Ricerche Turistiche.
Alcuni punti salienti delle ricerche ISNART:
- Turismo scolastico: concentrato in primavera e autunno, aiuta a destagionalizzare l’offerta turistica.
- Ruolo pedagogico della scuola: orienta i flussi verso destinazioni meno note, contrastando l’overtourism.
Dati estate 2024:
- Occupazione media delle strutture ricettive in Italia: 82%
- Picchi di occupazione: 94% nelle località di mare, 95% al Sud e isole
- Spesa turistica totale: 84,6 miliardi di euro
- Spesa per città d’arte e cultura: 40,6 miliardi di euro
Evoluzione delle motivazioni di viaggio dal 2012:
- Cultura: dalla 7° alla 1° posizione
- Enogastronomia: dall’11° alla 5° posizione
- Eventi: dal 19° al 12° posto
#turismosostenibile #turismoscolastico #destagionalizzazione #salerno
In provincia di Salerno nel mese di settembre sono programmate 7.190 entrate e nel trimestre settembre-novembre saranno 21.880, in Campania 39.100 e in Italia complessivamente 538.000.
Le assunzioni in provincia risultano in calo rispetto allo scorso anno, -12,1% sul mese e presentano una lieve flessione -0,59% prendendo a riferimento l’intero trimestre.
In settembre è l’Industria a presentare il calo più contenuto -3% rispetto al 2023 mentre le entrate programmate dal comparto delle costruzioni incidono con un -20,53% sul mese, rispetto al -10,5% registrato a livello nazionale.
I servizi presentano un andamento delle assunzioni in flessione del 15,1% su base annua. I servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici con +10,9% su base annua e +12,9% sul trimestre trainano il fenomeno, analogamente al dato nazionale, mentre i servizi alle persone presentano il calo più significativo con un -53% sul mese.
In leggera ripresa la difficoltà di reperimento, in 42 casi su 100 le imprese prevedono che sarà arduo trovare i profili desiderati, nel mese di settembre del 2023 erano 41 su 100. La domanda delle imprese rivolta ai giovani pari al 25% degli ingressi è in calo rispetto al 30% di settembre 2023. Come avviene a livello nazionale, è in lieve flessione la domanda di lavoratori immigrati, prevista per una quota pari al 18%, mentre nel settembre del 2023 era pari al 19%.
Nel complesso nel mese di settembre:
- le entrate previste si concentreranno per il 73% nel settore dei servizi e per il 72% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;
- nel 21% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 79% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita);
- il 17% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (24%);
- il 15% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato;
- per una quota del 18% le imprese prevedono di assumere personale immigrato;
- le tre figure professionali più richieste concentreranno il 32% delle entrate complessive previste.
E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere e Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi.
Per saperne di più consulta il bolletino e le tavole statistiche allegate.
Cultura e bellezza in Italia sono tratti identitari radicati nella società e nell’economia. Da qui il titolo del rapporto Io sono cultura, e grazie alla loro forte relazione con la manifattura hanno dato vita ad una delle più forti identità produttive del mondo, il made in Italy. Oggi le industrie culturali e creative sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana. Non solo perché i numeri dell’ultimo decennio dimostrano che parliamo di una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza ma anche perché sono un motore di innovazione per l’intera economia e agiscono come un attivatore della crescita di altri settori, dal turismo alla manifattura creative-driven ossia quella manifattura che ha saputo incorporare professionisti e competenze culturali e creative nei processi produttivi spesso orientati alla sostenibilità, traducendo la bellezza in oggetti e portando il made in Italy nel mondo. Bellezza e cultura, quindi, sono parte del DNA italiano e sono alla base delle ricette made in Italy per la fuoriuscita dalle crisi. Io sono cultura annualmente quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale. I numeri dimostrano che la cultura è uno dei motori della nostra economia; lo studio propone numeri e storie ed è realizzato grazie al contributo di molte personalità di punta nei diversi settori.
La cultura per l’Italia è anche un formidabile attivatore di economia. Una filiera, in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore che, nel 2023, cresce sia dal punto di vista del valore aggiunto (104,3 miliardi di euro, in aumento del +5,5% rispetto all’anno precedente e del +12,7% rispetto al 2019) che da quello dell’occupazione (1.550.068 lavoratori con una variazione del +3,2% rispetto al 2022, a fronte di un +1,8% registrato a livello nazionale).
Una filiera complessa e composita in cui si trovano ad operare quasi 284 mila imprese (in crescita del +3,1% rispetto al 2022) e più di 33 mila organizzazioni non-profit che si occupano di cultura e creatività (il 9,3% del totale delle organizzazioni attive nel settore non-profit), le quali impiegano più di 22 mila e settecento tra dipendenti, interinali ed esterni (il 2,4% del totale delle risorse umane retribuite operanti nell’intero universo del non-profit).
Ma il “peso” della cultura e della creatività nel nostro Paese è molto maggiore rispetto al valore aggiunto che deriva dalle sole attività che ne fanno parte. Cultura e creatività, in maniera diretta o indiretta, generano complessivamente un valore aggiunto per circa 296,9 miliardi di euro.
Il rapporto, arrivato alla quattordicesima edizione, è realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, Deloitte con la collaborazione dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Fondazione Fitzcarraldo, Fornasetti e con il patrocinio del ministero della Cultura. È stato presentato oggi da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Andrea Prete, presidente di Unioncamere; Alessandro Rinaldi, vice-direttore Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne; Valeria Brambilla, Socio ed Amministratore Delegato di Deloitte &Touche, Beniamino Quintieri, presidente Istituto per il Credito Sportivo e Culturale.
Cresce dell’1,3% la domanda di lavoro rispetto a settembre 2023 grazie soprattutto al turismo e al commercio. Frenano manifatturiero e costruzioni
Difficile da reperire il 47,2% dei lavoratori
Roma, 11 settembre 2024 – Sono 538mila i lavoratori ricercati dalle imprese a settembre, con un contratto a tempo determinato superiore a un mese o a tempo indeterminato. Le previsioni occupazionali del Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali [1] mostrano un incremento di 7mila unità rispetto a quanto programmato a settembre 2023 (+1,3%), mentre per il trimestre settembre-novembre 2024 le assunzioni previste superano di poco 1,4 milioni, restando pressoché stabili rispetto all’analogo periodo del 2023 (+0,1%).
A trainare la crescita prevista per il mese in corso è il settore dei servizi: 386mila i contratti programmati (+3,9% rispetto a 12 mesi fa), e oltre 1 milione nel trimestre, con l’apporto determinante per la crescita occupazionale proveniente dalle imprese turistiche (+21,4% a settembre) e da quelle commerciali (+25,4%). Frena, invece, la domanda delle imprese industriali sia a settembre (152mila, -7mila entrate rispetto a un anno fa; -4,6%), sia nel trimestre (418mila entrate, -25mila entrate; -5,7%).
In particolare, a settembre le imprese del manifatturiero sono alla ricerca di circa 98mila lavoratori (-1,0%), mentre le imprese delle costruzioni ne ricercano oltre 54mila (-10,5%). Tra i principali settori manifatturieri che programmano assunzioni si segnalano la meccatronica con circa 24mila contratti nel mese e 64mila nel trimestre (-6,8% sul mese e -7,8 sul trimestre) seguita dalla metallurgia con 18mila contratti nel mese e 48mila nel trimestre (rispettivamente -10,2% e -12,9%) e dalle industrie alimentari che ricercano 17mila lavoratori a settembre e 49mila per l’intero trimestre settembre-novembre (rispettivamente +23,7% e + 23,5%).
Nel terziario, ad offrire le maggiori opportunità lavorative sono i servizi alle persone che ricercano 101mila lavoratori nel mese (-9,0%) e circa 201mila nel trimestre (-15,7%). Seguono il turismo con 84mila richieste nel mese (+21,4%) e 238mila nel trimestre (+22,9%) e commercio con 75mila lavoratori nel mese (+25,4%) e 230mila nel trimestre (+24,1%).
Sotto l’aspetto dimensionale, positive le aspettative delle imprese di medio grande dimensione con +9mila entrate nel mese (+2,3%) e +15mila nel trimestre (+1,5%), mentre risultano in flessione le previsioni delle imprese fino a 9 dipendenti, rispettivamente -1,8mila entrate rispetto a 12 mesi fa (-1,3%) e -13mila nel trimestre (-3,2%).
Il tempo determinato si conferma la forma contrattuale maggiormente proposta con 306mila unità, pari al 56,9% del totale a cui seguono i contratti a tempo indeterminato (104mila).
A settembre, le imprese dichiarano difficoltà di reperimento per oltre 254mila assunzioni (il 47,2% del totale), soprattutto a causa della “mancanza di candidati” (30,4%). I gruppi professionali con mismatch più elevato sono gli operai specializzati (65,6% la quota di entrate difficili da reperire), i dirigenti (61,4%), le professioni tecniche (52,9%) e i conduttori di impianti fissi e mobili (51,5%). In particolare, il Bollettino delle professioni di Excelsior riporta tra le figure più difficili da trovare gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (79,0%), i fabbri ferrai costruttori di utensili (78,8%), gli attrezzisti, operai e artigiani del trattamento del legno (76,0%) e i fonditori, saldatori (73,3%). Difficili da reperire anche i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (71,9%), i meccanici, montatori e riparatori (69,5%), gli operatori della cura estetica (66,3%) e i tecnici in campo ingegneristico (65,6%).
Le imprese sono alla ricerca di lavoratori immigrati per coprire oltre 100mila ingressi programmati nel mese di settembre, pari al 19,4% del totale contratti. Tra i settori che ricorrono maggiormente alla manodopera straniera si segnalano: i servizi operativi di supporto a imprese e persone (il 34,3% degli ingressi programmati sarà coperto da personale immigrato), i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (32,8%), la metallurgia (23,6%), i servizi di alloggio e ristorazione (23,3%) e l’alimentare (19,5%).
Le opportunità per i giovani “under 30” sfiorano le 165mila unità, pari al 30,6% delle assunzioni totali previste a settembre. Le maggiori opportunità di impiego per i giovani sono offerte dai servizi finanziari e assicurativi (il 48% degli ingressi coperto da giovani), dai servizi informatici e delle telecomunicazioni (47,6%), dai servizi dei media e della comunicazione (47,4%), dal commercio (41,2%) e dai servizi di alloggio e ristorazione (41,0%).
A livello territoriale cresce la domanda di lavoro delle imprese del Nord ovest e del Centro (+6mila assunzioni per entrambe le aree territoriali), pressoché stabile la domanda di lavoro delle imprese del Sud e Isole mentre si segnala una flessione per le imprese del Nord est (-4mila assunzioni).
Salerno, 10 Settembre 2024 – Dal palco dell’ultima giornata di AgriFood Future, Andrea Prete, Presidente di Unioncamere, annuncia un bando della Camera di Commercio di Salerno da un milione di euro, destinato alle aziende che presenteranno progetti innovativi basati su tecnologie 4.0 o intelligenza artificiale.
“Il bando che abbiamo annunciato non è semplicemente un incentivo per le aziende, ma uno strumento per realizzare progetti innovativi capaci di valorizzare il grande patrimonio di idee che da sempre il nostro territorio è capace di esprimere”, dichiara Prete. “Il successo della seconda edizione dimostra che AgriFood è diventato un appuntamento imprescindibile per la ricerca nel comparto agroalimentare. Nei prossimi anni, dovremo affrontare sfide sempre più complesse per garantire ugualmente a tutti l’accesso al cibo. È essenziale quindi creare contesti non ideologici all’interno dei quali condividere e discutere possibili soluzioni, puntando a innovazione, digitalizzazione e transizione ecologica”.
Con oltre 2 mila visitatori, 75 ospiti, e 25 panel, Agrifood Future 2024 si conclude stasera e, al termine di tre giorni costellati di dibattiti, workshop e interviste con esperti, accademici, istituzioni e imprenditori del settore agroalimentare internazionale, ha lanciato l’appuntamento nel 2025 per la terza edizione. Tra i partecipanti, anche 25 buyers di una tra le imprese leader della GDO italiana, che ha scelto AgriFood Future come momento formativo e come luogo attraverso il quale incontrare le aziende del territorio, mentre più di 60 aziende hanno effettuato consulenze personalizzate con Google per immaginare soluzioni di intelligenza artificiale customizzate atte a fronteggiare le necessità delle singole aziende. I padiglioni Google sono stati visitati da centinaia di imprenditori e più di trecento persone hanno partecipato ai due workshop di Google sull’Intelligenza Artificiale.
Salerno, 9 settembre 2024 - Nel 2023, il mercato dell'Agricoltura 4.0 in Italia ha raggiunto un valore di 2,5 miliardi di euro, segnando un incremento del 19% rispetto all'anno precedente. Nonostante la crescita inferiore rispetto al periodo 2021-2022 (+31%), il settore continua a mostrare un interesse vivace per le soluzioni digitali, con un aumento delle soluzioni innovative disponibili sul mercato (+10%) e dei provider tecnologici (+13%).
E’ quanto emerge da una ricerca dell’Osservatorio Smart AgriFood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia, presentata stamattina nel corso della seconda giornata di Agrifood Future 2024, la manifestazione organizzata da Unioncamere e dalla Camera di Commercio di Salerno, che mira a consolidare il suo ruolo di riferimento nazionale per il settore agroalimentare.
Il report dimostra che i processi basati sull’intelligenza artificiale guideranno la trasformazione del settore agroalimentare. Rimane, tuttavia, centrale l’esigenza di fornire maggiore supporto alle piccole e medie imprese nei processi di transizione digitale. Le aziende agricole si stanno focalizzando su soluzioni di software necessarie per l'integrazione dei dati e la gestione efficiente delle risorse.
"Il futuro dell'agricoltura italiana passa inevitabilmente attraverso l'integrazione di tecnologie avanzate e l’intelligenza artificiale” dichiara il direttore scientifico dell’evento Alex Giordano. “Questi strumenti non sono solo un'opportunità per aumentare la produttività, ma soprattutto per rendere le nostre pratiche agricole più sostenibili ed efficienti. Grazie all'AI, possiamo ottimizzare l'uso delle risorse naturali, ridurre gli sprechi e migliorare la gestione dei dati, garantendo una maggiore trasparenza lungo tutta la filiera agroalimentare. L'Italia ha tutte le potenzialità per guidare questa trasformazione, ma è essenziale fornire alle piccole e medie imprese il supporto necessario per adottare queste tecnologie e competere su scala globale. La combinazione di innovazione tecnologica e rispetto per l'ambiente può essere la chiave per un'agricoltura più resiliente e competitiva"
Il carbon farming - pratica agricola che mira a catturare e immagazzinare carbonio nel suolo per ridurre le emissioni di gas serra e preservare la biodiversità - resta limitata in Italia, con solo il 22% delle aziende agricole che dichiara di conoscerla e solo il 9% che lo adotta effettivamente.
La tracciabilità digitale si conferma uno strumento chiave per garantire trasparenza e sostenibilità lungo la filiera agroalimentare. Il mercato delle soluzioni digitali per la tracciabilità è in forte crescita, con un incremento del 22% nel 2023. Il report sottolinea come le tecnologie come l'Internet of Things, il Cloud e la Blockchain stiano trasformando il modo in cui i dati vengono raccolti e condivisi, migliorando la visibilità e la sicurezza delle informazioni lungo la supply chain.
La seconda edizione di Agrifood Future offre un’arena non ideologica per discutere soluzioni e idee innovative. L’appuntamento è a Salerno dall'8 al 10 settembre in diverse location della città, con un programma ricco di interventi, workshop e momenti di confronto su temi cruciali per il futuro dell'agroindustria.
Salerno, 8 Settembre 2024 - Il cambiamento climatico impatta negativamente sul settore agricolo italiano, riducendo il valore aggiunto del -2,5% nel 2023. La produzione di vino è crollata del -17,4% e quella di frutta del -11,2%, mentre il comparto florovivaistico e quello dell'olio d'oliva hanno registrato cali rispettivamente del -3,9% e del -3%. Tuttavia, alcune colture, come quelle industriali (+10,2%) e i cereali (+6,6%), hanno registrato un'annata favorevole.
È quanto emerge dal rapporto dell'Istituto Tagliacarne che verrà presentato ad AgriFood Future 2024, la manifestazione organizzata da Unioncamere e dalla Camera di Commercio di Salerno, che mira a consolidare il suo ruolo di riferimento nazionale per il settore agroalimentare, con uno sguardo teso al prossimo G7 Agricoltura.
Il rapporto, realizzato in collaborazione con Unioncamere, evidenzia come l’Agrifood continui a essere una colonna portante dell'economia italiana: l'intera filiera rappresenta il 27% del fatturato delle imprese nazionali, con una quota che sale al 29% nel Mezzogiorno, nonostante l'apparente contenimento del peso economico del settore (il 4,2% del valore aggiunto totale, con il 2,2% per l'agricoltura e il 2,0% per l'alimentare).
“Consapevoli che il cambiamento climatico rappresenta una minaccia sempre maggiore, oltre l'80% delle imprese agricole sul territorio nazionale e il 90% nel Mezzogiorno ha investito in tecnologie per ridurre o annullare l'impatto ambientale” dichiara il presidente di Unioncamere Andrea Prete. “Il 54,5% delle aziende del comparto ha implementato impianti per la produzione di energia rinnovabile, con una quota che sale al 64,4% nel Sud. E’ ormai urgente che le imprese, soprattutto nel Mezzogiorno, si attrezzino per affrontare i cambiamenti climatici con il supporto della tecnologia. E’ quello che cercheremo di fare ad Agrifood Future, fornire strumenti concreti alle imprese volti a favorire il cambiamento”, conclude Prete.
Negli ultimi 40 anni, si è registrata una significativa riduzione del numero di imprese agricole (-66%), fenomeno che ha visto un’accelerazione negli ultimi due decenni a causa della difficoltà nel mantenere la sostenibilità economica delle piccole aziende. Tuttavia, si è assistito a un aumento del 15,1% delle società di capitali nel settore agricolo, un segno di trasformazione e professionalizzazione del settore.
Il 64,5% ha investito nel miglioramento delle competenze tecnico-professionali del proprio personale, mentre il 44,9% ha puntato su nuove competenze, confermando l'importanza della formazione per affrontare le sfide del futuro.
Nell’indagine si prevede una crescita del fatturato per il settore agroalimentare del Mezzogiorno nel 2024-2025. Circa il 40% delle imprese si aspetta un aumento entro il 2025, con una maggiore attenzione a digitalizzazione, tecnologie avanzate e responsabilità ambientale.
La seconda edizione di Agrifood Future offrirà un’arena non ideologica per discutere soluzioni e idee innovative. L’appuntamento è a Salerno dall'8 al 10 settembre in diverse location della città, con un programma ricco di interventi, workshop e momenti di confronto su temi cruciali per il futuro dell'agroindustria.
Per startup e microimprese per la consulenza sulla brevettazione di invenzioni industriali.
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto 8 agosto 2024 con i criteri per la concessione dell’incentivo Voucher 3I previsto dalla Legge su Made in Italy (articolo 6 della legge 206/2023) . https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/12/27/23G00221/sg
La norma finanzia l’incentivo per startup e microimprese volto a promuovere la conoscenza delle potenzialità connesse alla brevettazione delle invenzioni industriali, tramite il ricorso a servizi professionali resi da avvocati e consulenti in proprietà industriale.
Il Voucher 3I – Investire in innovazione può essere utilizzato «per l’acquisto di servizi di consulenza relativi alla verifica della brevettabilità dell’invenzione e all’effettuazione delle ricerche di anteriorità preventive, alla redazione della domanda di brevetto e di deposito presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi e all’estensione all’estero della domanda nazionale».
I criteri e le modalità di erogazione de contributo – che vanta una dotazione finanziaria di 9 milioni di euro per il biennio 2023-2024 – sono illustrati nel Decreto 8 agosto 2024 (Concessione, per l’anno 2024, della misura agevolativa del voucher 3I)
Tramite il “Voucher 3I” sarà possibile acquisire i seguenti servizi di consulenza forniti dai professionisti iscritti negli elenchi gestiti dal Consiglio Nazionale Forense e dall’Ordine dei consulenti in proprietà industriale:
L’importo dell’agevolazione sarà concesso in regime “de minimis”, nelle misure di 1.000, 3.000 e 4.000 euro + IVA.
Con successivo decreto direttoriale del Ministero sarà fissato il termine di apertura per la presentazione delle domande ad Invitalia, soggetto gestore della misura.