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Giovedì 10 Ottobre 2024
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Nel fabbisogno delle imprese, fino a un lavoratore su 5 potrebbe essere immigrato
Roma, 6 settembre 2024 – Nel quinquennio 2024-2028 il fabbisogno occupazionale delle imprese e pubbliche amministrazioni italiane potrà variare tra 3,4 e 3,9 milioni di occupati, a seconda dello scenario macroeconomico considerato.
La maggior parte della domanda sarà determinata dalle necessità di sostituzione dei lavoratori in uscita dal mercato del lavoro (pari al 78% del fabbisogno nello scenario positivo e all’88% in quello negativo), mentre la crescita dello stock occupazionale tra 2024 e 2028 sarà compresa tra 405mila e 832mila unità (tabella 1).
Sulle previsioni incide per lo più l’effetto positivo atteso dall’utilizzo dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che, nel caso di piena realizzazione degli investimenti, si stima possa attivare nel complesso circa 970mila occupati considerando sia gli effetti diretti che indiretti e sull’indotto. Le filiere maggiormente beneficiate saranno secondo le stime: “finanza e consulenza” (con il 23% dell’impatto occupazionale complessivo del PNRR), “commercio e turismo” (21%), “formazione e cultura” (12%), “costruzioni e infrastrutture” e “altri servizi pubblici e privati” (entrambe con il 10%).
E’ quanto emerge dall’aggiornamento di luglio del report sulle “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024-2028)”, elaborato nell’ambito del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
A determinare oltre il 18% dell’intero fabbisogno nazionale dello scenario positivo (tabella 2) è la Lombardia – con un fabbisogno atteso di 709mila occupati – seguita dal Lazio (391mila unità, pari al 10,1% del totale), dal Veneto (326mila unità, 8,4%), dall’Emilia-Romagna (325mila unità, 8,4%) e dalla Campania (312mila unità, 8,1%).
Si stima che il fabbisogno di lavoratori immigrati da parte dei settori privati per il prossimo quinquennio potrebbe raggiungere le 640mila unità (tabella 3). Il fabbisogno di personale straniero, calcolato come quota sul fabbisogno previsto del settore, inciderà maggiormente nell’agricoltura (35%) e nell’industria (28%), mentre a livello di filiera saranno particolarmente rilevanti i fabbisogni di “moda” (45,7%), “mobilità e logistica” (33%), “agroalimentare” (32,1%), “legno e arredo” (29,9%) e “costruzioni e infrastrutture” (29,4%).
Per quanto riguarda i livelli di istruzione, si prevede che tra il 37-38% del fabbisogno occupazionale del quinquennio riguarderà professioni per cui è richiesta una formazione terziaria (laurea, diploma ITS Academy o AFAM), mentre al 47-48% del personale sarà richiesto il possesso di una formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale.
È disponibile il nuovo numero del magazine delle Camere di commercio italiane “Unioncamere Economia & Imprese”, il giornale digitale con articoli e contenuti sulle attività di Unioncamere e delle Camere di commercio.
Apre il numero l’editoriale del direttore Antonio Paoletti, dedicato alla necessità di nuove competenze richieste dalla doppia transizione digitale ed ecologica e degli investimenti necessari per colmare le carenze formative esistenti. Si parla poi del nuovo piano Transizione 5.0 e delle iniziative dei Punti Impresa Digitale delle Camere di commercio a supporto del tessuto imprenditoriale per accompagnare le imprese nell’avvio di progetti di innovazione che comportino una riduzione dei consumi energetici.
A seguire, l’articolo dedicato a Futurae, il progetto promosso dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e realizzato da Unioncamere per sostenere lo sviluppo ed il consolidamento dell’imprenditoria migrante.
Si parla poi del XII Rapporto sull’economia del mare, realizzato da Unioncamere, Centro studi G. Tagliacarne, Camera di commercio di Frosinone Latina, Informare, Ossermare e Network Blue Forum Italia: un settore che si sta dimostrando un potente motore di crescita per l’economia italiana. Altri temi trattati sono il catalogo degli Sportelli unici per le attività produttive (SUAP), messo a disposizione da Unioncamere sul portale impresainungiorno.gov con l’assistenza tecnologica di Infocamere; del progetto della Camera di commercio del Molise MOLISMART per la digitalizzazione e la semplificazione dei rapporti tra imprese e PA; della nuova edizione di Donne in digitale, percorso formativo gratuito promosso da Unioncamere in un’ottica di contrasto al gender gap.
E molto altro ancora… Buona lettura!
Il magazine è disponibile in allegato e nella pagina dedicata del sito Unioncamere, dove é possibile sfogliare anche i numeri precedenti.
Unioncamere Economia&Imprese n.8/2024 (versione sfogliabile) (versione scaricabile)
La Regione Campania al fine di favorire la promo-commercializzazione turistica della Campania in Italia e nel mondo promuove la partecipazione alla manifestazione al workshop b2b Roots-in dedicato al Turismo delle radici e rigenerazione dei borghi, in occasione dell’omonima fiera in programma a Matera dal 19 al 20 novembre 2024.
Per manifestare l’interesse a partecipare al Workshop B2B Roots -IN, Borsa Internazionale del Turismo delle Origini, bisogna presentare istanza esclusivamente via PEC all’indirizzo fiereturismo@
DOCUMENTAZIONE:
§ Allegato A e B - modello domanda di partecipazione (.doc)
In provincia di Salerno nel mese di agosto sono programmate 7.320 entrate e nel trimestre agosto-ottobre 2024 saranno 23.020, in regione Campania 25.400, e in Italia complessivamente 315.000.
A Salerno le entrate evidenziano un andamento positivo rispetto al mese di agosto 2023 con un tasso di crescita del +10,4%, e anche per il trimestre agosto-ottobre 2024 si registra un +18,29%. Lo scenario è in linea con l’andamento nazionale, anche se la crescita nella nostra provincia risulta maggiore (Italia +7,5% sul mese e +2,3% sul trimestre).
Nel suo complesso ad agosto l’industria ha in programma di assumere circa 3mila profili (+21%) e il comparto delle “Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco” traina con più di 2mila addetti (+17,6% rispetto allo scorso anno). I servizi presentano un +3,8% su base annua e +18,9% nel trimestre. I servizi alle imprese offrono maggiori possibilità di impiego (+1,3% rispetto ad agosto 2023) mentre i servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici risultano in flessione (-12,2% sul mese e – 5,7% sul trimestre).
Sale al 45% la difficoltà di reperimento dei profili ricercati, maggiore dello scorso anno che era al 39%. La domanda delle imprese rivolta ai giovani pari al 27% degli ingressi risulta in calo rispetto al 34% di agosto 2023. Così come a livello nazionale, la domanda di lavoratori immigrati si attesta intorno al 20%, mentre ad agosto del 2023 era pari al 23%.
Nel complesso nel mese di agosto:
- le entrate previste si concentreranno per il 59% nel settore dei servizi e per il 73% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;
- nell’ 11% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nell’ 89% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita);
- l’11% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (16%);
- l’8% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato;
- per una quota del 20% le imprese prevedono di assumere personale immigrato;
- le tre figure professionali più richieste concentreranno il 38% delle entrate complessive previste.
E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere in accordo con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi.
Per saperne di più consulta l'analisi, il bollettino e le tavole statistiche allegate.
Roma, 26 luglio 2024 - Dall’ultima rilevazione dei corrispettivi di energia al dettaglio praticati alle PMI sul mercato libero, realizzata da Unioncamere e dalla Camera di Commercio di Milano in collaborazione con Borsa Merci Telematica Italiana (BMTI) e REF Ricerche, risulta chiaro come, nel secondo trimestre 2024, si riducono i prezzi variabili dei contratti a 12 mesi dell’energia elettrica praticati alle PMI rispetto al trimestre precedente, mentre sono in lieve aumento quelli del gas naturale. I contratti a prezzo fisso e a 24 mesi, invece, continuano ad essere assenti a causa dell’incertezza circa possibili andamenti futuri del mercato.
In calo i prezzi dei contratti multiorari
L’analisi realizzata fotografa la riduzione dei prezzi della materia prima energia nei contratti a prezzo variabile e l’assenza di contratti a prezzo fisso e a 24 mesi, a seguito delle forti incertezze che caratterizzano le previsioni sugli andamenti dei mercati elettrici e del gas per i prossimi mesi.
Nel dettaglio, i contratti multiorari, ossia i contratti che prevedono prezzi differenti a seconda delle 3 fascie orarie, per imprese con consumi fino a 50 MWh/anno di durata annuale a prezzo variabile con avvio ad aprile 2024, presentano livelli dei corrispettivi che si collocano intorno a 115,11 euro/MWh nella fascia oraria diurna (F1), 130,83 euro/MWh nella fascia serale (F2) e a 108,41 euro/MWh nella fascia oraria notturna (F3), con variazioni rispetto al trimestre precedente comprese tra il -18% per la fascia F1 e il -3% per la F2.
Sul fronte del gas naturale, nel secondo trimestre 2024, il prezzo dei contratti annuali a corrispettivo variabile risulta in lieve aumento rispetto al precedente trimestre (+4,5% congiunturale) e pari a 49,25 eurocent/smc per un profilo di consumo fino a 50 mila/mc all’anno.
In generale, i prezzi dell’energia e del gas stanno vivendo una fase di rientro dopo le importanti oscillazioni al rialzo che hanno caratterizzato soprattutto il 2022, a causa delle tensioni sui mercati all’ingrosso che erano seguite alla fase di crollo della domanda durante il periodo pandemico con la conseguente forte riduzione dei prezzi.
Il soft landing del 2024
Il primo semestre del 2024 per l’economia mondiale si è concluso in linea con gli andamenti del 2023 e non tutti gli attesi miglioramenti dello scenario si sono verificati. Il rientro dell’inflazione è stato il principale sviluppo, dovuto principalmente alla riduzione delle tensioni nelle catene di fornitura, nonostante l’aumento del costo del lavoro abbia influenzato i prezzi dei servizi. In Italia, il 2024 segna il primo anno di crescita dei salari reali dopo tre anni di contrazione e l’occupazione si è dimostrata resiliente nonostante il rallentamento economico, sostenendo i redditi familiari. Questo crea le condizioni per una ripresa dei consumi che, tuttavia, si prevede avverrà gradualmente, con i primi segnali visibili solo nella seconda metà dell’anno e poi nel 2025.
Roma, 25 luglio 2024 – Sono 700 mila le imprese accompagnate nei processi di innovazione, digitalizzazione e sostenibilità dai Punti impresa digitale (Pid) delle Camere di commercio che ora si apprestano a potenziare con un nuovo servizio l’attività di orientamento e tutoraggio alle imprese in materia di Transizione 5.0. Si tratta degli incentivi per le imprese che hanno già effettuato o hanno in programma progetti di innovazione che comportino una riduzione dei consumi energetici.
Lo ha annunciato oggi il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, nel corso dell’evento “Transizione 5.0: istruzioni per l’uso”, organizzato da Unioncamere e Il Sole 24 Ore.
“Con questa iniziativa vogliamo aiutare le imprese a cogliere le grandi opportunità offerte da Transizione 5.0. Questa attività – ha detto il presidente di Unioncamere - è in continuità con quanto già realizzato dai PID in occasione della collaborazione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sul precedente Piano Transizione 4.0. Il nostro servizio aiuterà le imprese ad usufruire delle agevolazioni offrendo con tempestività supporto sui bandi aperti e un primo orientamento sulle procedure previste per beneficiare di tali finanziamenti”.
I Pid in questi anni hanno dato un forte impulso alla digitalizzazione soprattutto delle micro, piccole e medie imprese.
L’attività di assistenza realizzata ha consentito di:
• informare 480.000 imprese attraverso più di 7.000 eventi info-formativi sulle tecnologie digitali, sui nuovi modelli di business e sul tema della transizione energetica e sostenibile;
• realizzare oltre 90.000 assessment tra digitali e sostenibili;
• supportare, attraverso azioni di orientamento e mentoring, oltre 11.000 imprese, indirizzandole verso strutture specializzate capaci di affiancarle nei processi di innovazione digitale o legate ai temi della transizione energetica e sostenibile.
C’è ancora molto da fare, però. Le analisi curate dai Punti impresa digitale mostrano più della metà delle Pmi ha un livello base di digitalizzazione, solo il 16% circa un livello avanzato e solo un lavoratore su quattro può essere considerato un esperto digitale.
Il magazine ha l'obiettivo di informare le aziende di Salerno e provincia sui temi dell'internazionalizzazione e dell'export digitale, in particolare su:
In provincia di Salerno nel mese di luglio sono programmate 13.760 entrate e nel trimestre luglio-settembre saranno 28.110, nella regione Campania 44.300, e in Italia complessivamente 508.000.
Le entrate nella provincia salernitana risultano in flessione rispetto a luglio 2023, -9,1% sul mese e -5,2% prendendo a riferimento l’intero trimestre. Lo scenario è in linea con l’andamento nazionale, anche se la contrazione nella nostra provincia risulta più contenuta. Nel suo complesso a luglio l’industria ha in programma di assumere circa 5mila profili (-6,4%) e il comparto delle “Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco” traina con più di 4mila addetti (+1,2% rispetto allo scorso anno). I Servizi presentano un -10,9% su base annua e -4,6% nel trimestre. I Servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici con circa 3mila contratti da attivare a luglio e circa 5mila entro settembre offrono le maggiori opportunità di impiego. Si attesta al 37% la difficoltà di reperimento dei profili ricercati, analoga allo scorso anno. La domanda delle imprese rivolta ai giovani, pari al 25% degli ingressi, risulta in calo rispetto al 32% di luglio 2023. Come a livello nazionale, anche in provincia di Salerno è in calo la domanda di lavoratori immigrati prevista per una quota pari al 17%, mentre nel luglio del 2023 era pari al 21%.
Nel complesso nel mese di luglio:
- le entrate previste si concentreranno per il 60% nel settore dei servizi e per il 69% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;
- nel 13% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 87% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita);
- il 9% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (16%);
- il 7% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato;
- per una quota del 17% le imprese prevedono di assumere personale immigrato;
- le tre figure professionali più richieste concentreranno il 42% delle entrate complessive previste.
E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere in accordo con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi.
Per saperne di più consulta l'analisi, il bollettino statistico, le tavole provinciali.
E' partita oggi l'VIII indagine mensile del 2024 del Sistema informativo Excelsior, volta ad analizzare i fabbisogni professionali previsti dalle imprese per il periodo settembre - novembre.
Le imprese coinvolte hanno tempo fino a giovedì 25 luglio 2024 per compilare il questionario.
Qui trovi ulteriori informazioni sull'indagine https://www.unioncamere.gov.it/lavoro-e-formazione/cameraorienta/indagini-corso
#sistemaexcelsior
In flessione la domanda di lavoro, soprattutto nelle imprese del Centro e del Nord est; cresce la quota dei contratti stabili
Roma, 12 luglio 2024 – Oltre 507mila i contratti di assunzione offerti dalle imprese a luglio e 1,3 milioni nel trimestre luglio-settembre, con una contrazione della domanda di lavoro di circa 78mila contratti rispetto a luglio 2023 (-13,3%) e di -156mila per il corrispondente trimestre 2023 (-10,6%). Si attesta al 48,4% la difficoltà di reperimento dei profili ricercati dalle imprese dovuta prevalentemente alla mancanza di candidati. A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali [1].
Nel suo complesso l’industria ha in programma di assumere circa 135mila profili nel mese (-15mila; -9,8% rispetto allo scorso anno) e 371mila nel trimestre (-34mila; -8,3% rispetto a un anno fa). Il comparto del manifatturiero è alla ricerca di circa 88mila lavoratori nel mese e 236mila nel trimestre. Le industrie della meccatronica ricercano 21mila lavoratori nel mese e 59mila nel trimestre, seguite dalle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (20mila nel mese e 48mila nel trimestre) e da quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo (15mila nel mese e 42mila nel trimestre). In calo anche la domanda di lavoro proveniente dal comparto delle costruzioni che si attesta comunque su quasi 47mila assunzioni a luglio (-10mila; -18,2% rispetto a luglio 2023) e circa 135mila nel trimestre (-23mila; -14,8% per il trimestre).
Sono invece 373mila i contratti di lavoro offerti dal settore dei servizi nel mese in corso (-63mila; -14,5% rispetto a un anno fa) e circa 949mila quelli previsti tra luglio-settembre (-122mila; -11,4% sul corrispondente trimestre del 2023). È il turismo a offrire le maggiori opportunità di impiego con circa 125mila lavoratori ricercati nel mese e 265mila nel trimestre, nonostante la flessione rispetto allo scorso anno (-45mila contratti nel mese e -86mila nel trimestre). Numerose anche le opportunità di lavoro offerte dal commercio (69mila nel mese e 180mila nel trimestre) e dai servizi alle persone (60mila nel mese e 185mila nel trimestre).
Le imprese dichiarano difficoltà di reperimento per oltre 245mila assunzioni a luglio (il 48,4% del totale), confermando come causa prevalente la “mancanza di candidati” con una quota del 32,3%, mentre la “preparazione inadeguata” si attesta al 12,7%. I gruppi professionali con mismatch più elevato sono gli operai specializzati (65,7% la quota di entrate difficili da reperire), le professioni tecniche (54,3%), i Dirigenti e le professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione (51,1%). Tra le professioni di più difficile reperimento, il Borsino delle professioni del Sistema Informativo Excelsior segnala gli operai addetti a macchinari dell'industria tessile e delle confezioni (77,8%), gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (75,6%), i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (74,1%), i fabbri ferrai costruttori di utensili (71,8%) e i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse e mobili (71,4%). Difficili da reperire anche i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi e i tecnici della salute (entrambi al 66%), i tecnici in campo ingegneristico (64,5%) e i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (60,9%).
Il tempo determinato si conferma la forma contrattuale maggiormente proposta con 304mila unità, pari al 59,9% del totale, seguiti dai contratti a tempo indeterminato (92mila, 18,1%), in aumento, questi ultimi, di 1,5 punti percentuali rispetto al luglio 2023.
In calo rispetto allo scorso anno la domanda di lavoratori immigrati con circa 97mila ingressi programmati nel mese, pari al 19,0% del totale. Tra i settori che ricorrono maggiormente alla manodopera straniera si confermano i servizi operativi di supporto a imprese e persone (il 30,2% degli ingressi programmati sarà coperto da personale immigrato), i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (29,7%), la metallurgia (26,7%) e le costruzioni (22,3%).
Nel mese, a livello territoriale, sono in calo di oltre 24mila unità le assunzioni programmate dalle imprese del Centro e di circa 24mila unità per quelle del Nord est. Tra le regioni che registrano le più ampie flessioni si segnalano Lombardia (-10mila), Toscana (-9mila), Veneto ed Emilia-Romagna (ciascuna con circa 9mila assunzioni in meno) e Lazio (con oltre 8mila entrate in meno).
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