Informazione economica

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Lunedì 19 Dicembre 2022

BIT 2023 - Manifestazione d'interesse a partecipare

Avviso manifestazione d’interesse a partecipare alla fiera BIT che si terrà a Milano dal 12 al 14 febbraio 2023.

Le aziende e le associazioni/consorzi del comparto turistico nonché i soggetti istituzionali interessati ad essere accreditati presso lo stand della Regione Campania alla suddetta manifestazione, dovranno far pervenire alla Giunta Regionale della Campania – Direzione Generale per le Politiche Culturali e il Turismo la propria richiesta unicamente via posta elettronica all’indirizzo pec fiereturismo@pec.regione.campania.it entro il giorno 30 dicembre 2022.

Qui trovi maggiori informazioni https://bit.ly/3V8e8qs

 

Ultima modifica: Lunedì 19 Dicembre 2022
Venerdì 16 Dicembre 2022

Medie imprese industriali del Mezzogiorno: + 8,1% il giro d’affari nel 2022, meglio che al Centro e al Nord

Quasi la metà supererà i livelli produttivi pre-pandemia Il 71% si è già attivato – o lo farà a breve – sul PNRR Accelera la crescita delle medie imprese del Mezzogiorno che negli ultimi dieci anni hanno superato le imprese analoghe del Centro e del Nord. Anche l’impennata dei costi energetici e la crisi pandemica non hanno frenato la corsa di queste “ambasciatrici” del cambiamento del Sud che quest’anno prevedono un incremento del loro giro d’affari dell’8,1% (contro il 7,2% delle altre aree d’Italia), dopo l’aumento del 10% conseguito nel 2021. Così quasi la metà conta di superare entro il 2022 i livelli pre-Covid. A conferma di una dinamicità che in dieci anni, tra il 2011 e il 2020, ha visto crescere il loro fatturato del 35,2% (contro il 16,7% delle altre aree d’Italia), la produttività del +28,3% (contro il +20%) e la forza lavoro del +25,6% (contro il +19,8%). È quanto emerge dall’ultimo rapporto “Leader del cambiamento: le medie imprese del Mezzogiorno” realizzato dall’Area Studi di Mediobanca, dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere e che viene presentato oggi a Salerno presso la Camera di commercio. Si tratta di una realtà che rappresenta quasi il 10% del totale delle medie imprese italiane, ma cresciuta fino a contare 316 aziende, di cui circa il 40% opera in Campania. “Le medie imprese meridionali rappresentano la locomotiva industriale del territorio, figlie di un capitalismo familiare di lunga data che si tramanda da generazioni. Sono imprese che hanno anche messo in evidenza una capacità di resilienza non inferiore rispetto alle altre presenti nel resto del Paese”. È quanto ha sottolineato il presidente di Unioncamere Andrea Prete che ha aggiunto “sono pronte a cogliere le sfide del cambiamento puntando sempre più sulla frontiera 4.0, facendo leva anche sul PNRR. Ma per questo servirà, soprattutto al Mezzogiorno, sviluppare un modello di innovazione improntato su una forte collaborazione tra imprese, Università, centri di ricerca locali”. “Il modello imprenditoriale delle aziende di medie dimensioni rappresenta un esempio di iniziativa capitalistica di successo nel Mezzogiorno. Esso indica una possibile via di sviluppo di quei territori, se non alternativa almeno complementare ai grandi progetti di industrializzazione eterodiretti. È auspicabile uno studio sistematico di quelle esperienze e dei fattori di successo perché possano essere condivisi e messi a fattore comune” ha dichiarato Gabriele Barbaresco, Direttore dell’Area Studi Mediobanca.

 

Ultima modifica: Lunedì 19 Dicembre 2022
Giovedì 15 Dicembre 2022

Prima riunione del Comitato Imprenditoria Femminile

Si è tenuta questa mattina, presso la sede della Camera di Commercio di Salerno, la prima riunione del neonato Comitato per l'Imprenditoria Femminile (CIF) dell'Ente camerale con all'ordine del giorno la programmazione delle attività dell'organismo.

La presidente - Agnese Ambrosio - nel suo intervento, ha elencato i compiti istituzionali del CIF e le attivitá svolte in precedenza, specificando che il ruolo primario dell'organismo consiste nell'assistenza e sostegno alle imprese femminili in questo difficile momento, con ogni adeguata iniziativa, avvalendosi della struttura e delle professionalitá dell'Ente camerale. Dal confronto è emerso che, oltre alla prosecuzione di eventi consolidati, come il Premio Venere d'oro, si possano svolgere eventi di formazione, informazione e creare occasioni di confronto per fare rete tra le imprese femminili.

Qui trovi maggiori informazioni sul CIF https://www.sa.camcom.it/promozione/imprenditoria-femminile

 

Ultima modifica: Giovedì 15 Dicembre 2022
Venerdì 2 Dicembre 2022

Previsioni occupazionali in provincia di Salerno nel mese di novembre 2022

In provincia di Salerno nel mese di novembre sono programmate circa 5.480 entrate e nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023 saranno 17.130; nella regione Campania 28.600, e in Italia complessivamente 382.000. 

La provincia salernitana riscontra una flessione della variazione delle entrate complessive nel mese di novembre rispetto ad un anno fa, -1.710 assunzioni programmate rispetto a novembre 2021 (-24%), in linea con il trend nazionale (-19,9%). 

Per quanto riguarda le entrate previste nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023 le assunzioni riportano una flessione del -18,9% (-4.000 in v.a.)  rispetto all’analogo trimestre dello scorso anno. 

Il settore dei servizi, che ha programmato circa 3.920 assunzioni nel mese di novembre, regge meglio la flessione e prevede, per il periodo novembre 2022-gennaio 2023 un -15,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. 

Per il settore Industria (1.560 le assunzioni programmate a novembre) invece la flessione di ingressi del trimestre novembre 2022-gennaio 2023 è del -26,3% rispetto allo scorso anno. 

Si riconferma la domanda delle imprese rivolta ai giovani pari al 33% degli ingressi, mentre a novembre 2021 era il 25% delle richieste. 

Ancora in crescita la difficoltà di reperimento, in 40 casi su 100 le imprese prevedono che sarà arduo trovare i profili desiderati. 

Nel complesso nel mese di novembre:
- le entrate previste si concentreranno per il 72% nel settore dei servizi e per il 74% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;
- nel 26% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 74% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita);
- il 16% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (20%);
- il 13% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato;
- le tre figure professionali più richieste concentreranno il 30% delle entrate complessive previste. 

E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere e ANPAL, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi. 

Ultima modifica: Venerdì 9 Dicembre 2022
Venerdì 2 Dicembre 2022

Imprese: digitale e green spingono la produttività (+14%)

Una su tre investirà nella duplice transizione entro il 2024

Roma, 28 novembre 2022- Gli investimenti delle imprese nella duplice transizione digitale e green generano una crescita di produttività che può arrivare fino al 14%. Entro il 2024, quasi un’impresa manifatturiera su tre prevede di investire nella digitalizzazione e nella sostenibilità ambientale. Ma le realtà più piccole stentano a tenere il passo, solo una su cinque lo farà in tre anni. Mentre il Mezzogiorno lancia segnali di reattività: il 36% delle imprese investirà nella Duplice transizione, superando il 29% delle imprese del Centro-Nord.

È quanto emerge da un’analisi di Unioncamere e del Centro Studi Tagliacarne su un’indagine condotta su un campione di 3.000 imprese manifatturiere tra 5 e 499 addetti, rappresentativo dell’universo di 130 mila imprese.

Per accompagnare questa transizione “gemella” sempre più imprese puntano sull’acquisizione di competenze adeguate, attraverso attività formative di up-skilling e re-skilling ai propri dipendenti e formazione manageriale in tema di nuovi modelli di business, con effetti benefici sulla produttività che sale fino al 17% proprio quando gli investimenti nella duplice transizione sono accompagnati da quelli nel capitale umano.

“I dati ci dicono che sono in aumento le imprese pronte a fare il salto di qualità investendo in digitalizzazione e sostenibilità. Ma ci sono ancora tanti imprenditori che da soli non riescono a compiere il cambio di passo e per questo vanno accompagnati”. È quanto sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, che aggiunge “le Camere di commercio attraverso la loro rete territoriale dei Punti Impresa Digitale (PID) hanno già aiutato oltre 500mila imprese a migliorare la propria maturità digitale. E stanno lavorando alla creazione dei Punti Energy Management (P.E.M.) per supportare le PMI ad essere più efficienti nell’utilizzo delle risorse energetiche e a sfruttare le diverse agevolazioni predisposte dal Governo”.

Tuttavia, c’è ancora una buona parte degli imprenditori che tra il 2022-2024 non ha in programma di fare alcun investimento in questa direzione o che prevede di fermarsi solo a metà di questo processo di transizione.

Il 12% delle imprese investirà, infatti, solo nelle tecnologie digitali e il 22% solo nel green, mentre il 35% non investirà affatto rinunciando ad un’opportunità per diventare più competitive. Quando le imprese manifatturiere investono solo nelle tecnologie digitali la propria produttività aumenta fino al 12%, mentre cresce fino all’8% quando investono esclusivamente in sostenibilità ambientale. Benefici ancora maggiori si riscontrano quando le imprese investono in entrambi i campi: in questo caso l’effetto sulla crescita della produttività sale al +14%.

Ma l’impatto sull’aumento della produttività si eleva al +17% quando gli investimenti nelle transizioni “gemelle” sono accompagnati da quelli nel capitale umano sia con attività di formazione diretta ai propri dipendenti di up-skilling/re-skilling sia in quella manageriale per l’innovazione di nuovi modelli di business. (...)

Ultima modifica: Venerdì 9 Dicembre 2022
Giovedì 17 Novembre 2022

Riaperte le iscrizioni al Registro Imprese Storiche

Allo scopo di valorizzare tutte le imprese che hanno già compiuto 100 anni al 31 dicembre 2021 o li compiranno al 31 dicembre 2022, Unioncamere, insieme alle Camere di commercio, industria, agricoltura e artigianato, ha riaperto  le iscrizioni al Registro Imprese storiche da ottobre 2022 fino al 31 maggio 2023.


Per informazioni e iscrizioni: https://www.unioncamere.gov.it/registro-imprese-storiche

Ultima modifica: Giovedì 17 Novembre 2022
Mercoledì 16 Novembre 2022

Sviluppo sostenibile, energie rinnovabili: intervista ad Andrea Prete, presidente Unioncamere

 

https://www.youtube.com/embed/vL_PLHQaiaQ

 

 

Ultima modifica: Mercoledì 16 Novembre 2022
Mercoledì 9 Novembre 2022

Andrea Prete ospite a di Martedì su La7 - Puntata dell'8 novembre 2022

Numerosi i temi toccati dal presidente di Unioncamere Andrea Prete, nel corso della trasmissione  diMartedì, in onda su La7 martedì 8 novembre 2022: la questione migranti, l'inflazione, il costo delle bollette, la perdita del potere d'acquisto, la perdita di competitività delle nostre imprese.

https://youtu.be/HiVohyctGbE

 

#inflazione #carobollette #competitivita 

Ultima modifica: Mercoledì 9 Novembre 2022
Venerdì 28 Ottobre 2022

Guerra e caro energia frenano la vitalità delle imprese italiane: tra giugno e settembre il saldo tra aperture e chiusure si ferma a +13mila unità

Rispetto al 2021 in aumento le chiusure (+13%), in calo le aperture (-6%)

Roma, 28 ottobre 2022 – Guerra e caro energia frenano la vitalità del sistema produttivo. La forte crescita delle chiusure d'impresa e il rallentamento delle iscrizioni hanno determinato, nel terzo trimestre dell’anno, un saldo di sole 13.330 unità in più rispetto alla fine di giugno (contro i 22.258 dello stesso periodo del 2021), uno dei più bassi degli ultimi dieci anni. Il dato è emerso all'Assemblea di Unioncamere, in corso a Padova.  Come detto, il bilancio del trimestre è il risultato del rallentamento delle iscrizioni, in calo del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2021, e del forte rimbalzo delle cessazioni (il 13,3% in più rispetto all’estate dello scorso anno), cresciute sensibilmente dopo la brusca frenata del biennio della pandemia.

Complessivamente, al 30 settembre la base imprenditoriale del Paese può contare su 6.050.847 imprese, lo 0,22% in più rispetto alla fine di giugno di quest’anno (nel corrispondente trimestre del 2021 l’incremento trimestrale si era attestato a +0,36%).

La contrazione nella vitalità del sistema delle imprese - rivela Movimprese, l’analisi trimestrale sull’evoluzione del tessuto imprenditoriale condotta da Unioncamere e InfoCamere - ha interessato tutte le forme giuridiche, tutte le regioni e quasi tutti i settori di attività economica, ad eccezione della fornitura di energia (tutti i dati sono disponibili all’indirizzo www.infocamere.it/Movimprese).

Nonostante la crisi pandemica, il Sistema Italia ha mostrato di essere sano e di sapere reagire. Ma crisi energetica e inflazione rischiano di bloccare la ripresa. I dati ci dicono che il tessuto imprenditoriale mostra segni di stanchezza e rallenta la voglia di fare impresa degli italiani”. E’ il commento del Presidente di UnioncamereAndrea Prete. “Le iscrizioni del terzo trimestre, per la prima volta sotto quota 60mila – segnala Prete - sono le più basse degli ultimi 20 anni (a parità di periodo). Ma il tessuto imprenditoriale nel complesso continua a tenere e anzi, tra luglio e settembre, il saldo resta positivo”.

 

Ultima modifica: Venerdì 28 Ottobre 2022
Martedì 25 Ottobre 2022

La green economy accelera: 531 mila imprese italiane negli ultimi 5 anni (2017-2021)

Hanno investito sulla sostenibilità per affrontare il futuro con un aumento del 51% rispetto al periodo di rilevazione precedente (2014-2018)

In Italia 3,1 milioni di green jobs, il 13,7% degli occupati

L’Italia è leader nell’economia circolare e ha la più alta percentuale di avvio a riciclo sulla totalità dei rifiuti: l’83,4%, 30 punti percentuali in più rispetto alla media europea con una crescita storica nell’ impiego di materia seconda nei settori industriali nel biennio 2020-2021

In Italia il  36% dei consumi elettrici è stato soddisfatto da fonti rinnovabili con una produzione di circa 113,8 twh

 

25 Ottobre 2022. L’Italia è il principale destinatario delle risorse del Recovery Plan e anche per questo è chiamata a un ruolo da protagonista nella transizione verde. La sostenibilità, oltreché necessaria per affrontare la crisi climatica, riduce i profili di rischio per le imprese e per la società tutta, stimola l’innovazione e l’imprenditorialità, rende più competitive le filiere produttive. Lo dimostrano i dati e le storie del Rapporto GreenItaly, arrivato alla tredicesima edizione, realizzato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne. Al rapporto hanno collaborato Conai, Novamont, Ecopneus; molte organizzazioni e oltre 40 esperti.

 

Il tredicesimo rapporto GreenItaly è stato presentato stamattina da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Andrea Prete, presidente Unioncamere; Giuseppe Tripoli, segretario Generale Unioncamere. Sono intervenuti Catia Bastioli, Amministratore Delegato Novamont; Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura; Luca Ruini presidente CONAI.

 

“C’è un’Italia che può essere protagonista con l’Europa alla COP27 in Egitto: fa della transizione verde un’opportunità per rafforzare – dichiara il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci – l’economia e la società e coinvolge già oggi 2 imprese manifatturiere su 5. Accelerare sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica per sostituire i combustibili fossili oltre a contrastare la crisi climatica ci rende più liberi e aiuta la pace. Esiste già oggi un’Italia che fa l’Italia pronta alla sfida della crisi climatica: nel rapporto GreenItaly 2022 si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori. Siamo, ad esempio, una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro. Possiamo dare forza a questa nostra economia e a questa idea di Italia grazie alle scelte coraggiose compiute dall’Unione Europea con il Next Generation UE e al PNRR. Spesso la burocrazia inutile ostacola il cambiamento necessario, ma possiamo farcela se mobilitiamo le migliori energie del Paese senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno, come recita il Manifesto di Assisi, promosso dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento”.

“Nell’anno di ripresa post-pandemia, nel 2021, è cresciuta la quota di imprese eco-investitrici, rilanciando il processo di transizione verde del Paese. Si è passato, infatti, da una quota del 21,4% del 2020, anno in cui gli investimenti green avevano comunque tenuto, ad una del 24,3%”.  È quanto ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, che ha aggiunto “da anni il nostro mondo produttivo dimostra un’attenzione specifica ai temi della sostenibilità ambientale, e oggi, anche in ragione dell’emergenza energetica, guarda con interesse alle potenzialità delle rinnovabili. Ma, purtroppo, i tempi autorizzativi stanno rallentando l’installazione di impianti per la produzione di questo tipo di energia. Basti pensare che nel 2021 è stata installata solo una potenza pari a 1.351 MW, un dato molto lontano dal target definito dal Governo pari a 70.000 MW da installare entro il 2030”.

Nel 2021 la produzione di elettricità da fonti rinnovabili nel mondo è stata pari al 28,3% del totale, con eolico e solare quintuplicati in 10 anni. In Italia - nel 2021 - il 36% dei consumi elettrici è stato soddisfatto da fonti rinnovabili, con una produzione di circa 113,8 TWh. Tuttavia, la potenza installata è ancora distante dai target di neutralità climatica previsti per il 2030. La nuova potenza installata nel 2021 è stata di 1.351 MW: sotto 1 GW di fotovoltaico (935 MW, 69,2% delle nuove installazioni), 404 MW di eolico che torna appena ai livelli pre-pandemia (29,9% installazioni), 11 MW di idroelettrico (0,9%), mentre bioenergia e geotermia rimangono stabili. Qualche segnale positivo arriva dal primo semestre 2022 in cui l’Italia ha comunque già connesso oltre 1 GW di potenza fotovoltaica, entrando tra i 18 Paesi al mondo a superare la soglia di 1 GW/anno. Ma la strada da percorrere è ancora lunga. A giugno 2022 Elettricità Futura ha calcolato in oltre 80 i GW da installare entro il 2030 e lo stesso Governo ha supportato i dati parlando di 70 GW da realizzare nello stesso arco di tempo: la realtà dei fatti è che l’Italia ha marciato al ritmo di poco più di 1 GW l’anno, a fronte di 7-8 GW che dovrebbe installare per raggiungere i traguardi stabiliti.

Sono oltre 531 mila le aziende che nel quinquennio 2017-2021 hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green: il 40,6% delle imprese nell’industria ha investito, valore che sale al 42,5% nella manifattura. Guardando alle performance economiche è possibile comprendere anche le ragioni che spingono le imprese a investire in prodotti e tecnologie verdi. Le imprese eco-investitrici sono infatti più dinamiche sui mercati esteri rispetto a quelle che non investono (il 35% delle prime prevede un aumento nelle esportazioni nel 2022 contro un più ridotto 26% di quelle che non hanno investito) percentualmente aumentano di più il fatturato (49% contro 39%) e le assunzioni (23% contro 16%). (...)

Ultima modifica: Martedì 25 Ottobre 2022