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Medie imprese, economia del mare e imprenditoria femminile nel nuovo numero di Unioncamere Economia & Imprese

È disponibile il nuovo numero di Unioncamere Economia & Imprese, il magazine digitale con articoli e contenuti sulle attività di Unioncamere e delle Camere di commercio. Il segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli commenta il nuovo rapporto GEM Italia, la più importante ricerca mondiale sull’imprenditorialità, soffermandosi sui fattori chiave per sostenere l’imprenditorialità: formazione, parità di genere e doppia transizione.

L’articolo successivo è dedicato all’edizione 2025 del Rapporto sulle medie imprese realizzato dall’Area Studi di Mediobanca, dal Centro Studi Tagliacarne e da Unioncamere, che definisce un quadro dettagliato della dinamicità di quelle che costituiscono la spina dorsale del capitalismo familiare italiano. Dopo la presentazione del XIII Rapporto nazionale sull’economia del mare, si parla poi del protocollo d’intesa tra Unioncamere Sicilia e Assessorato regionale alle Infrastrutture e degli investimenti che puntano a realizzare nell’isola un hub logistico al centro del Mediterraneo.

A seguire i dati presentati da Unioncamere nel corso della recente audizione presso la Commissione bilaterale d’inchiesta sul femminicidio e sulla violenza di genere: dati relativi alla crescita delle imprese femminili nel nostro Paese e al loro ruolo per favorire uno sviluppo economico inclusivo.

E molto altro ancora... Buona lettura!

 

Il magazine è disponibile in allegato e nella pagina dedicata del sito Unioncamere, dove é possibile sfogliare anche i numeri precedenti.

Unioncamere Economia&Imprese n.6/2025 (versione sfogliabile) (versione scaricabile)

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Lun 21 Lug, 2025
Presentato il progetto camerale per il lancio, strutturazione e promozione del turismo della provincia
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Salerno verso una destinazione turistica organizzata

Presentato il progetto camerale per il lancio, strutturazione e promozione del turismo della provincia

 

Salerno, 15 luglio 2025. È stato presentato oggi, nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la sede della Camera di Commercio di Salerno, il percorso strategico partecipato che dovrà portare le destinazioni turistiche della provincia di Salerno a potenziare la loro attrattività e competitività. Ciò dovrà tradursi in un migliore posizionamento e in un incremento di flussi e presenze turistiche.

Il primo passo sarà il Piano Strategico di Sviluppo e Marketing Turistico, una visione condivisa per far sì che Salerno e le diverse destinazioni della sua provincia si evolvano in proposte turistiche territoriali strutturate, competitive e sostenibili.

Promosso dalla Camera di Commercio di Salerno, il processo partecipato - da portare avanti insieme agli operatori turistici e agli stakeholder del territorio - nasce dall’esigenza di superare criticità storiche del sistema turistico locale: frammentarietà dell’offerta, stagionalità marcata, mancanza di coordinamento tra i territori, e una promozione ancora insufficiente rispetto alle potenzialità. In un contesto ricco di risorse — culturali, naturalistiche, enogastronomiche e balneari — solo parzialmente valorizzate.

L’obiettivo che la Camera di Commercio si prefissa è: 

  • Superare l’individualismo e la disomogeneità dell’offerta;
  • Avviare un modello condiviso di sviluppo turistico guidato da un soggetto super partes, la CCIAA;
  • Strutturare e posizionare i prodotti turistici salernitani sul mercato, attraverso un Destination Management Plan e un Sistema Operativo del Turismo interno alla Camera di Commercio;
  • Promuovere e comunicare in modo efficace i punti di forza di alcune aree del territorio: la città di Salerno, la Piana e la Valle del Sele, il Cilento e il Vallo di Diano.

Il piano mira a potenziare l’accessibilità — in particolare valorizzando l’Aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi — e ad attrarre flussi turistici qualificati, puntando sulla costruzione di esperienze tematiche e verticali. A guidare il percorso sarà un team dedicato, composto da figure specializzate in progetti di sviluppo del prodotto turistico e della comunicazione digitale.

“Con questo piano strategico – ha dichiarato Andrea Prete, Presidente di Unioncamere e della Camera di Commercio di Salerno – vogliamo trasformare il turismo da occasione persa a leva di sviluppo per tutto il territorio. La nostra provincia ha tutte le carte in regola per diventare una destinazione matura, organizzata e attrattiva a livello nazionale e internazionale. Serviva però una visione comune, condivisa con gli attori locali, in particolare Comuni e operatori economici, e un soggetto che ne garantisse la coerenza e l’attuazione: questo è il ruolo che la Camera di Commercio ha deciso di assumersi, mettendo a sistema risorse, competenze e relazioni per costruire finalmente un ‘modello Salerno’ per il turismo.”

Il piano rappresenta una svolta concreta verso la costruzione di una destinazione turistica salernitana integrata, moderna e pronta a rispondere alle sfide del mercato internazionale.

 

 

 

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Lun 21 Lug, 2025
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Lavoro: 575mila entrate previste dalle imprese italiane a luglio 

e oltre 1,5 milioni entro settembre

A luglio sono 261mila i profili professionali difficili da reperire (45,4%)

 

Roma, 14 luglio 2025 – Sono 575mila le opportunità lavorative offerte dalle imprese a luglio e salgono a oltre 1,5 milioni nel trimestre luglio-settembre. Concorrono a esprimere questa domanda di lavoro le imprese dei settori industria, servizi e primario (agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca)[1]. Al netto delle previsioni delle imprese del comparto primario, la domanda di lavoro delle imprese dei settori industria e servizi mostra una dinamica espansiva con +30mila assunzioni programmate nel mese rispetto a luglio 2024 (+6%) e +85mila assunzioni rispetto al trimestre luglio-settembre dello scorso anno (+6,4%). A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea, che elabora le previsioni occupazionali per il mese di luglio[2].

L’industria nel suo complesso ricerca a luglio quasi 139mila lavoratori che salgono a oltre 374mila nel trimestre luglio-settembre. Per il manifatturiero, che è alla ricerca di oltre 91mila lavoratori nel mese e di circa 242mila nel trimestre, le maggiori opportunità di lavoro sono offerte dalle industrie alimentari, bevande e tabacco (26mila nel mese e 59mila nel trimestre), seguite dalle industrie della meccatronica (20mila nel mese e 54mila nel trimestre) e da quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo (14mila nel mese e 42mila nel trimestre). La domanda di lavoro del comparto delle costruzioni si attesta su 47mila assunzioni nel mese e 133mila nel trimestre. Nel mese, le imprese dei servizi programmano circa 400mila contratti che salgono a oltre 1 milione per l’intero trimestre luglio-settembre. Il settore turistico continua ad offrire le maggiori opportunità di impiego con 136mila lavoratori ricercati nel mese e circa 301mila nel trimestre, seguito dal commercio (76mila nel mese e 195mila nel trimestre) e dai servizi alle persone (65mila nel mese e 207mila nel trimestre). Sono invece circa 37mila i lavoratori ricercati nel mese dalle imprese del settore primario e salgono a circa 113mila con riferimento all’interno trimestre luglio-settembre.

A luglio i contratti a tempo determinato sono la tipologia contrattuale maggiormente diffusa viene proposta a circa 370mila posizioni lavorative pari al 64,3% delle entrate programmate; seguono poi i contratti a tempo indeterminato (89mila pari al 15,5%) e i contratti in somministrazione (47mila pari all’8,2%).

Nel mese sono difficili da reperire circa 261mila profili pari al 45,4% delle figure professionali da inserire in azienda, soprattutto a causa della mancanza di candidati per ricoprire le posizioni lavorative aperte. A risentire maggiormente del mismatch sono le industrie metallurgiche e metallifere (65,5% dei profili ricercati dalle imprese è di difficile reperimento), le imprese del comparto costruzioni (63,1%), le industrie tessili, abbigliamento e calzature (59,1%), le imprese del legno-mobile (57,0%) e della meccatronica (55,9%). Tra i profili di più difficile reperimento, il Borsino delle professioni segnala per le professioni intellettuali, gli ingegneri (57,0%); tra i tecnici si registrano elevati livelli di mismatch per tecnici in campo ingegneristico (65,9%), tecnici della salute (65,2%) e tecnici della gestione dei processi produttivi (63,3%). Per le professioni qualificate nelle attività commerciali e dei servizi, elevati livelli di mismatch si registrano per gli operatori per la cura estetica (63,5%) e per le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (59,8%). 

Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (73,3%) e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (71,8%) sono tra i profili di più difficile reperimento tra gli operai specializzati. Difficili da reperire sul mercato anche gli operai di macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (61%) e i conduttori macchine movimento terra, sollevamento e maneggio materiali (60,1%). 

La quota di assunzioni che le imprese prevedono di ricoprire ricorrendo a lavoratori stranieri è pari al 20,3% delle entrate complessive. Nel mese, faranno un maggiore ricorso a manodopera straniera le imprese del settore agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca (34,5% del fabbisogno lavorativo sarà coperto da manodopera straniera), le imprese dei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (32,5%), le industrie alimentari, bevande e tabacco (30,9%), le imprese dei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (28,2%).

A livello territoriale, le imprese della macroarea Sud e Isole sono alla ricerca di circa 194mila lavoratori nel mese e oltre 475mila nel trimestre. Seguono le imprese del Nord Ovest con oltre 139mila assunzioni nel mese e 393mila nel trimestre, le imprese del Nord Est (circa 134 assunzioni nel mese e 360mila nel trimestre) ed infine le imprese del Centro (circa 109 assunzioni nel mese e 291mila nel trimestre).

 

[1] A partire dal mese di luglio, le informazioni rilevate dal Sistema informativo Excelsior vengono diffuse con riferimento al campo di osservazione dell’indagine esteso anche alle imprese del settore primario (agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca). Pertanto, le previsioni della domanda di lavoro riguardano i contratti con una durata di almeno 20 giorni lavorativi programmati dalle imprese iscritte al Registro Imprese delle Camere di Commercio appartenenti ai settori industria, servizi e primario, aventi almeno un lavoratore alle dipendenze.

[2] Le previsioni del mese di luglio si basano sulle interviste realizzate su un campione di oltre 111.600 imprese. Le interviste sono state raccolte nel periodo 14 maggio 2025 - 30 maggio 2025.

 

 

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Mar 15 Lug, 2025
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8^ indagine mensile Excelsior del 2025 - Scad. 21 luglio

E' in corso di realizzazione l'8^ indagine mensile Excelsior del 2025, finalizzata a rilevare i fabbisogni professionali delle imprese previsti nel periodo settembre - novembre 2025. 

Le imprese coinvolte hanno tempo fino al 21 luglio per rispondere al questionario ricevuto via email.

Qui puoi consultare i risultati delle precedenti rilevazioni https://www.sa.camcom.it/informazione-economica/sistema-informativo-excelsior

#sistemaexcelsior 

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Mer 09 Lug, 2025
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FpS: con oltre 600miliardi di euro l’anno, Italia seconda in Europa per spesa sociale

Presentato a Salerno il Rapporto di Fondazione per la Sussidiarietà

 

Salerno, 2 luglio 2025 – Nel 2022 la spesa sociale ha raggiunto circa 620 miliardi di euro. L’incidenza sul prodotto interno lordo (30,5%) colloca il Paese al secondo posto nel Vecchio Continente. Ma molto si potrebbe fare per ottimizzare la spesa, soddisfare la domanda crescente dei cittadini e affrontare le sfide che i bassi tassi di natalità, l’allungamento della vita media e l’aumento degli anziani pongono nel prossimo futuro all’Italia. 

 

È quanto illustrato oggi in occasione della presentazione del Rapporto della Fondazione per la Sussidiarietà (FpS), “Sussidiarietà e… welfare territoriale” che si è tenuta presso la sede della Camera di Commercio di Salerno. Oltre ad Andrea Prete, Presidente Unioncamere e della Camera di commercio di Salerno, che ha introdotto i lavori hanno preso parte all’incontro Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà, Andrea Bellandi Arcivescovo metropolita di Salerno-Campagna-Acern, Vincenzo De Luca, Presidente Regione Campania, Nino Apreda Presidente UCID Campania, Giuseppe Tripoli, Segretario Generale Unioncamere.

“Il Rapporto è un’occasione preziosa per acquisire elementi utili sull’impulso o l’azione dei corpi intermedi per il welfare territoriale”, sottolinea il presidente di Unioncamere e della Camera di commercio di Salerno, Andrea Prete, introducendo l’evento. “Un tema caro al sistema camerale che, come risulta da una recente Unioncamere - IPSOS su imprese e stakeholders rispetto alle attività delle Camere di commercio, sono chiamate anche a favorire le reti tra profit, non profit e amministrazioni pubbliche nell’ottica di una sempre maggiore responsabilità sociale territoriale”.

 

“Investire sullo stato sociale, sulla sua universalità e inclusività, non è solo un dovere di solidarietà verso i più fragili, ma significa anche costruire società più coese, sistemi più resilienti e una crescita economica più stabile”, sostiene Giorgio Vittadini, Presidente di FpS, “È venuto il momento di rinnovare il patto sociale che ci unisce, con la cultura della sussidiarietà, che è ricerca del bene comune attraverso la messa a sistema del contributo di tutti. Più società e più Stato insieme”.

 

“I rapporti tra enti locali, realtà del Terzo settore, famiglie, Stato, per poter portare delle reali azioni che possano raggiungere le persone in vista del bene comune, devono essere vissuti in modo collaborativo, sia nella genesi dei progetti che nella realizzazione”, ha detto Andrea Bellandi, Arcivescovo metropolita di Salerno-Campagna-Acerno. “Ancora facciamo fatica a vedere questa sussidiarietà in atto, ma ci auguriamo che questo, nel corso degli anni, diventi sempre più ordinario, proprio perché solo così si possono davvero aiutare le fasce più deboli”.

 

“Il Rapporto segnala il permanere di una divaricazione tra Nord e Sud cioè spiega con i numeri come questa retorica secondo cui il Sud fa spreco, dilapidazione delle risorse e il Nord buona amministrazione è una grande frottola”, ha evidenziato Vincenzo De Luca, Presidente Regione Campania. “La verità è che ancora oggi  nel Sud arrivano in gran parte meno risorse rispetto al Nord in relazione alle politiche per la famiglia, per gli asili nido, in relazione al riparto del fondo sanitario nazionale. Stiamo ripetendo da 10 anni che la Regione Campania ogni anno riceve 300 milioni di euro in meno rispetto alla media nazionale nel riparto del Fondo sanitario”.

 

Nino Apreda, Presidente UCID Campania, ha sottolineato che “un nuovo welfare vede al centro le persone in una misura sartoriale e non standardizzata e l’importanza delle piccole e medie industrie familiari e del Mezzogiorno, dove è connaturato un welfare di sussidiarietà ambientale, civile e di governance, che come valore non vede solo gli utili, ma il contatto sociale, creando cultura, ricchezza sociale e sinergie di rapporto”.

 

“Il valore complessivo del welfare, considerando anche la spesa privata e del privato sociale, si aggira intorno ai 750miliardi di euro”, evidenzia il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. Il welfare si basa oggi sempre di più non solo sui servizi ed erogazioni del settore pubblico, che resta fondamentale e indispensabile, ma anche su un sistema articolato di “filiere” (previdenza, sanità, istruzione,  housing, ecc.) che, oltre al pubblico, coinvolgono il mercato e il terzo settore. Al centro del welfare c’è l’attenzione alle persone, le loro esigenze, il loro sviluppo. Una visione molto più corrispondente anche a quella dell’economia moderna che punta sul  fattore umano come elemento chiave per la competitività.”

 

Il Rapporto analizza il welfare italiano, in particolare quello territoriale, ovvero l’insieme dei servizi sociali di competenza dei Comuni che comprendono l’assistenza verso anziani, famiglie e soggetti minori in stato di bisogno, disabili, soggetti affetti da dipendenza, indigenti, persone emarginate dal lavoro.

 

Il Rapporto mostra che la spesa familiare privata degli italiani per il welfare (salute e assistenza ad anziani e disabili) nel 2024 è stata di circa 138 miliardi di €, ovvero quasi 5.400 € per ciascun nucleo. Un impegno consistente, che colma il vuoto lasciato in molti settori dall’intervento pubblico. Anche se la Penisola è al secondo posto in Europa per la spesa sociale, con circa 620 miliardi di euro, pari al 30% del prodotto interno lordo.

 

Povertà e disuguaglianza, che i servizi di welfare sono chiamati a limitare, stanno peggiorando: il 5% delle famiglie possiede il 46% della ricchezza, mentre quasi il 10% della popolazione è in difficoltà. Particolarmente grave la situazione delle famiglie con persone disabili: oltre un quarto (28,4%) è a rischio povertà o esclusione sociale. La ricerca segnala che negli ultimi tre anni una quota significativa (oltre il 67%) di chi ha richiesto assistenza ha incontrato difficoltà o impossibilità di accesso ai servizi del welfare territoriale. La ricerca segnala la disomogeneità della spesa, con una crescente disparità territoriale tra Nord e Sud, tra aree urbane e periferiche, e tra zone interne e non.

 

L’attuale sistema di welfare non è ben visto dagli italiani. Solo il 38% dei cittadini promuove le politiche per la lotta alla povertà e al disagio sociale.

 

Nel nostro Paese le prestazioni pensionistiche (vecchiaia, invalidità e reversibilità) assorbono quasi la metà delle risorse del welfare, mentre alle politiche sociali (famiglie e minori, disabilità e disoccupazione) è destinato meno del 20%.

La sostenibilità nel lungo periodo appare critica.

 

Il welfare territoriale in Italia è caratterizzato da un complesso reticolo istituzionale, con competenze distribuite tra Stato, Regioni e Comuni, carenza o assenza di coordinamento e potenziali conflitti. Una situazione che causa sovrapposizioni, sprechi e inefficienze.

Il sistema è sbilanciato verso il trasferimento monetario rispetto alla più efficace offerta di servizi; è incentrato sull’offerta di servizi parcellizzati e non sulla presa in carico della persona; il rapporto pubblico-privato sociale è troppo soggetto alle regole di mercato; manca un sistema di monitoraggio dei bisogni e di valutazione della qualità dei servizi.

 

Dal Rapporto emerge l’importanza di passare da una visione “amministrativa” dei bisogni a un approccio olistico che riconosca la complessità e la specificità delle esigenze individuali e comunitarie, mettendo al centro la persona.

 

Il Rapporto contiene alcune proposte per migliorare la situazione.

1. La presa in carico della persona, che parta dalla valutazione del complesso dei suoi bisogni per poi individuare il piano di servizi più appropriato.

2. La progettazione integrata dei servizi e un sistema di valutazione della loro qualità.

3. La creazione di centri territoriali per servizi integrati e accessibili.

4. Una regia centrale dei flussi di spesa, l’incremento delle risorse, con investimenti sul capitale umano.

5. Il rafforzamento della collaborazione tra pubblica amministrazione e Terzo settore che parta dell’analisi dei bisogni ed esca dalle logiche di mercato.

 

Il rapporto è stato realizzato da Fondazione per la Sussidiarietà in collaborazione con Aiccon, IFEL, Ipsos e Istat e con il contributo di Fondazione Cariplo. Il Rapporto si può scaricare dal sito della Fondazione per la Sussidiarietà: www.sussidiarieta.net

 

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Lun 07 Lug, 2025
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Unioncamere: far crescere l’empowerment economico femminile per contrastare la violenza di genere

1,3 milioni le imprese guidate da donne

 

Roma, 18 giugno 2025 – Sono oltre 1 milione e 300mila (il 22,2% del totale); in tre casi su quattro operano nel terziario; sono mediamente più piccole per dimensioni e più giovani e sono diffuse soprattutto nel Centro-Sud.

E’ la fotografia delle imprese femminili presentata da Unioncamere nel corso dell’Audizione presso la Commissione bicamerale d’inchiesta sul femminicidio e sul contrasto alla violenza di genere.

 

Le imprese femminili – in crescita dello 0,4% rispetto al 2014 - presentano caratteristiche peculiari. Prevalgono forme giuridiche poco strutturate (il 60,5% delle imprese femminili è costituito da ditte individuali contro il 47,3% delle non femminili). I tassi di sopravvivenza sono leggermente inferiori alla media: a 5 anni dalla nascita ne rimane attivo il 72,3%, contro il 77,3% delle imprese maschili. Nel lungo termine il divario si accentua (sopravvive il 67,5% delle aziende “rosa” oltre i 5 anni, contro 73,1% di quelle a guida maschile). Non hanno un rapporto facile con il sistema del credito.

 

“L’azione di formazione, informazione e mentoring portata avanti dal sistema camerale si configura come un fattore abilitante fondamentale per il successo dell’imprenditoria femminile”, ha sottolineato il vice segretario generale di UnioncamereTiziana Pompei. “Accompagnare le donne nel percorso imprenditoriale – dalla fase dell’idea fino alla crescita su mercati più ampi – significa non solo favorire lo sviluppo economico inclusivo, ma anche dotarle di strumenti di autodeterminazione. Ogni donna che riesce a creare e far prosperare la propria impresa diventa infatti più libera, più autonoma e meno vulnerabile a ricatti o violenze di natura economica. In quest’ottica, investire sulle donne che fanno impresa costituisce a tutti gli effetti una strategia di prevenzione della violenza di genere: promuovere l’empowerment economico femminile equivale a rimuovere alcuni dei presupposti che alimentano le disparità e possono sfociare in abusi”.

 

Una analisi, effettuata da Unioncamere tramite il proprio Centro Studi G. Tagliacarne e la società di sistema Si.Camera, mostra che poco più di un’impresa femminile su tre fa ricorso a finanziamenti bancari (un dato analogo a quello delle imprese maschili). Inoltre, 3 imprenditrici su 4 hanno avviato la propria attività utilizzando esclusivamente capitali personali e familiari, mentre solo circa una su quattro ha fatto ricorso a un prestito bancario per l’avvio dell’impresa (26,9% delle imprenditrici, a fronte di un 22,4% tra gli uomini). Infine, l’utilizzo di strumenti finanziari alternativi o complementari al credito bancario appare estremamente limitato: meno dell’1% delle imprese – indipendentemente dal genere del titolare – dichiara di essersi avvalsa di canali come investitori informali (business angels, venture capital) o piattaforme di microcredito e crowdfunding, segno di un ecosistema finanziario ancora poco diversificato per le piccole imprese.

Questa situazione di basso indebitamento volontario, che indica che le imprenditrici tendono a mantenere un’elevata autonomia finanziaria, può però rappresentare un freno alla crescita.

 

Difficoltà soprattutto di carattere burocratico emergono anche nell’accesso a finanziamento o incentivi pubblici, come mostra l’indagine realizzata nell’ambito del Piano Nazionale Imprenditoria Femminile da Unioncamere – Si.Camera – Centro studi G. Tagliacarne.

Oltre metà delle imprese (maschili e femminili) che hanno usufruito di incentivi segnalano difficoltà nella gestione delle relative procedure: le imprenditrici, in particolare, lamentano come principali barriere la complessità delle pratiche amministrative (indicata da circa 1 impresa su 3 fra quelle che hanno richiesto sostegni) e le tempistiche eccessivamente lunghe per ottenere materialmente le agevolazioni (segnalate da più di un’impresa su 10).

 

Oltre che sul fronte dello sviluppo paritario e sostenibile attraverso l’incremento della cultura d’impresa, Unioncamere è anche impegnata per la cultura della parità, in quanto soggetto attuatore del progetto finanziato dal PNRR sulla Certificazione della parità di genere nelle imprese.

Dopo un inizio in sordina, i numeri descrivono uno scenario in rapida evoluzione e particolarmente vivace: ad oggi le certificazioni rilasciate alle imprese sono 7.960, con un aumento significativo rispetto al 2022 quanto se ne contavano circa un centinaio. Sono state 3.406, invece, le domande complessivamente pervenute dalle Pmi a valere sui due avvisi pubblici presentati da Unioncamere.

Il progetto punta non solo al superamento del gender gap e all’aumento dell’occupazione femminile, e quindi accresce la competitività delle imprese, ma anche alla trasparenza delle imprese e della loro organizzazione. Questo impedisce che discriminazioni, pregiudizi e stereotipi rimangano nascosti e difficili da dimostrare nei casi in cui si voglia far valere i propri diritti.

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Mer 18 Giu, 2025
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Rilevazioni Excelsior per Salerno, previste oltre 11.800 assunzioni a giugno (+4,59%), crescono servizi e turismo

Cresce l’occupazione in provincia di Salerno secondo le previsioni del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro. Per il mese di giugno 2025 le imprese locali prevedono 11.850 ingressi, con un aumento del 4,59% rispetto allo stesso mese del 2024. Il dato sale a 34.420 considerando l’intero trimestre giugno-agosto, segnando una crescita del 7,73%.

L'analisi, curata dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Salerno, evidenzia che a trainare il mercato del lavoro sono i servizi, che coprono l’84% delle assunzioni previste, e in particolare i comparti di alloggio, ristorazione e turismo. Solo a giugno, questi ultimi settori prevedono oltre 4.600 contratti, che diventano circa 9.200 entro la fine di agosto, con un incremento rispettivamente dell’8,96% e dell’8,34% rispetto allo scorso anno.

Anche il manifatturiero mostra segnali positivi con un +12,5% su base annua, mentre le costruzioni registrano un calo marcato del 14,58%. La maggior parte delle entrate (78%) è concentrata in imprese con meno di 50 dipendenti. Riguardo alla tipologia contrattuale, solo il 16% sarà assunto con contratti stabili (tempo indeterminato o apprendistato), mentre l’84% dei rapporti di lavoro sarà a termine.

La quota di personale laureato richiesto si attesta al 5%, mentre solo il 7% delle posizioni sarà riservata a dirigenti, specialisti e tecnici, dato inferiore alla media nazionale (13%). Si riduce la domanda di giovani, al 27% degli ingressi (contro il 31% di giugno 2024), così come quella per i lavoratori stranieri, prevista al 15% (era il 17% un anno fa).

L’indicatore della difficoltà di reperimento dei profili richiesti è in leggera diminuzione: 41 assunzioni su 100 sono considerate “difficili”, due punti in meno rispetto a giugno 2024.

Per approfondire, consulta gli allegati.

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Ven 13 Giu, 2025
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Lavoro: 595mila entrate previste dalle imprese italiane a giugno

(+5,1% rispetto a 12 mesi fa) e circa 1,5 milioni entro agosto

Aspettative positive in tutti i settori, incertezza solo per le costruzioni (-2,6%) In flessione la difficoltà di reperimento (45,4%)

 

Roma, 10 giugno 2025 – Sono 595mila le opportunità lavorative offerte dalle imprese a giugno e salgono a quasi 1,5 milioni nel trimestre giugno-agosto, con un incremento di circa 29mila unità rispetto a giugno 2024 (+5,1%) e di oltre 83mila unità sul corrispondente trimestre (+6,0%). Nel mese, sono positive le previsioni di assunzioni del manifatturiero con oltre 2mila contratti in più rispetto a un anno fa (+2,9%) e dei servizi (+28mila contratti; +6,4%), mentre registrano una flessione le costruzioni (-1mila contratti; -2,6%). A giugno, pur rimanendo elevata (45,4%), la difficoltà di reperimento incontrata dalle imprese nel reclutare il personale risulta in flessione di oltre 2 p.p. rispetto a 12 mesi fa. A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea, che elabora le previsioni occupazionali per il mese di giugno[1].

L’industria nel suo complesso ricerca a giugno 137mila lavoratori che salgono a 358mila nel trimestre giugno-agosto. Per il manifatturiero, che è alla ricerca di circa 87mila lavoratori nel mese e di 231mila nel trimestre, le maggiori opportunità di lavoro sono offerte dalle industrie della meccatronica che ricercano 19mila lavoratori nel mese e 51mila nel trimestre, seguite dalle industrie alimentari, bevande e tabacco (16mila nel mese e 57mila nel trimestre) e da quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo (15mila nel mese e 38mila nel trimestre). La domanda di lavoro del comparto delle costruzioni si attesta su 50mila assunzioni nel mese e 127mila assunzioni nel trimestre. Sono invece quasi 458mila i contratti di lavoro offerti dalle imprese dei servizi nel mese in corso e oltre 1,1milioni quelli previsti nel trimestre giugno-agosto. Il settore turistico continua ad offrire le maggiori opportunità di impiego con 175mila lavoratori ricercati nel mese e circa 392mila nel trimestre, seguito dal commercio (82mila nel mese e 207mila nel trimestre) e dai servizi alle persone (74mila nel mese e 182mila nel trimestre).

A giugno cresce il ricorso al tempo determinato, proposto per 379mila contratti pari al 63,7% delle entrate programmate, +29mila rispetto a giugno 2024; sostanzialmente stabili quelli  a tempo indeterminato (93mila pari al 15,6%).

Nel mese sono difficili da reperire 270mila profili pari al 45,4% delle figure professionali da inserire in azienda, soprattutto a causa della mancanza di candidati per ricoprire le posizioni lavorative aperte. A risentire maggiormente del mismatch sono le industrie metallurgiche e metallifere (63,3% dei profili ricercati dalle imprese è di difficile reperimento), le imprese del comparto costruzioni (61,4%), le industrie tessili, abbigliamento e calzature (59,7%), le imprese del legno-mobile (57,1%) e della meccatronica (52,2%). Tra i profili di più difficile reperimento, il Borsino delle professioni segnala per le professioni intellettuali gli ingegneri (54,4%) e gli specialisti nelle scienze gestionali, commerciali e bancarie (45,1%). Tra i tecnici si registrano elevati livelli di mismatch per i tecnici in campo ingegneristico (66,2%), i tecnici della salute (66,1%) e i tecnici della gestione dei processi produttivi (61,0%). Le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (57,5%) e gli operatori per la cura estetica (56,0%) sono le professioni di più difficile reperimento tra quelle qualificate nelle attività commerciali e dei servizi. Per gli operai specializzati si segnala l’elevata difficoltà di reperimento negli addetti alla rifinitura delle costruzioni (75,3%) e all’istallazione/manutenzione attrezzature elettriche/elettroniche (71,5%); difficili da reperire sul mercato anche i conduttori di macchinari dell’industria tessile e delle confezioni (83,9%) e di macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (66,4%).

La quota di assunzioni che le imprese prevedono di ricoprire ricorrendo a lavoratori stranieri si attesta al 18,5% delle entrate complessive. Dichiarano che ricorreranno maggiormente a manodopera straniera le imprese dei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (31,1%), dei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (30,0%), delle Altre industrie[2] (23,1%), della metallurgia e prodotti in metallo (21,5%) e delle costruzioni (20,9%).

Le imprese sono anche alla ricerca di circa 187mila giovani “under 30” che rappresentano il 31% del totale ingressi programmati per giugno. Le maggiori opportunità di impiego per i giovani sono offerte dai servizi finanziari e assicurativi (il 51,5% delle assunzioni programmate sarà coperto da giovani), dai servizi dei media e della comunicazione (41,8%), dal commercio (41,6%), dai servizi informatici e delle telecomunicazioni (41,3%) e dalle industrie della carta, cartotecnica e stampa 38,3%).

A livello territoriale, rispetto a giugno 2024, cresce soprattutto il Sud e isole con 185mila entrate (+14mila), ma anche il Centro (123mila; +8mila) e il Nord est (144mila; +7mila); fa eccezione il Nord ovest che prevede 144mila entrate, -1mila rispetto a 12mesi fa.

 

(...)

[1] Le previsioni del mese di giugno si basano sulle interviste realizzate su un campione di quasi 104mila imprese. Le interviste sono state raccolte nel periodo 15 aprile 2025 - 02 maggio 2025.

[2] Comprende Pubblic Utilities, Industrie dei gioielli e delle pietre preziose e altre industrie manifatturiere.

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Gio 12 Giu, 2025
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Al via la 7^ indagine mensile Excelsior del 2025 - Scadenza 23 giugno

Parte oggi la 7^ indagine mensile Excelsior del 2025, finalizzata a rilevare i fabbisogni professionali delle imprese previsti nel periodo agosto-ottobre 2025.

Le imprese coinvolte hanno tempo fino al 23 giugno per rispondere al questionario ricevuto via email.

Qui puoi consultare i risultati delle precedenti rilevazioni https://www.sa.camcom.it/informazione-economica/sistema-informativo-excelsior

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Mer 11 Giu, 2025
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Tutto ciò che devi sapere per partecipare al Vinitaly 2025 - webinar del 3 dicembre ore 15

Martedì 3 dicembre, alle ore 15:00, si terrà un webinar informativo dedicato alle modalità di presentazione delle manifestazioni di interesse per partecipare alla collettiva regionale campana al Vinitaly 2025 (Verona, 6-9 aprile 2025).

Quando inviare le manifestazioni di interesse:
Sarà possibile presentare le manifestazioni di interesse a partire dal 5 dicembre 2024.

Come partecipare al webinar:
Il webinar si svolgerà sulla piattaforma Webex. Per accedere, cliccare sul seguente link: https://unioncamerecampania.webex.com/unioncamerecampania-it/j.php?MTID=m0e084caa26e892734f650f33e936356a 

Registrazione del webinar:
Il webinar sarà registrato, e la registrazione sarà disponibile sul sito di Unioncamere Campania e della CCIAA fino alla scadenza per la presentazione delle istanze.

Qui trovi l'avviso della Regione e altre info https://sa.camcom.it/notizie/vinitaly-2025-avviso-pubblico-partecipazione-delle-imprese-campane

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Mer 04 Dic, 2024